la guida alpina dei migranti
Misericordia e nobiltà
La storia è sulla bocca di tutti. Benoit Ducros, guida alpina, rischia cinque anni di carcere. Grave e infame, l’accusa: traffico di esseri umani. Il 10 marzo scorso, il signor Ducros si ritrova a soccorrere una donna incinta al confine tra Italia e Francia. Con lei, tra le nevi del passo del Monginevro, ci sono il marito e i loro figli di due e quattro anni. Tutti africani. La signora sta male, il signor Ducros che fa quello che si deve fare, la porta in ospedale dove la donna partorisce e in flagranza di reato – perché in un illecito incorre – si becca una rogna dalla magistratura francese per violazione delle leggi sull'immigrazione. Sulla bocca di tutti la storia si trasforma perfino in un «ben gli sta» alla guida alpina. Ed è il primo passo del «così si fa, con la galera» ma quelle nevi sono le stesse degli elefanti di Annibale varcando le Alpi e ciò che ha fatto la guida alpina è quel che fanno i pescatori di Mazara Del Vallo, nel Mediterraneo. Sentono urtare nei propri legni qualcosa e con le mani, dalle onde, raccolgono cose che sembrano solo cose e, invece, sono occhi che chiedono aiuto. Il famoso traffico di Misericordia.