È morto Ezio Bosso. Due giorni fa l'ultima intervista: la musica è un bisogno primario
Una notizia devastante per il mondo dello spettacolo e della cultura. È morto Ezio Bosso, pianista e direttore d'orchestra, grande talento della musica italiana e internazionale. Aveva 48 anni. Dopo un'operazione per un tumore al cervello, subita nel 2011, gli fu diagnosticata una malattia neurodegenerativa. A settembre le sue affermazioni durante un incontro pubblico a Bari avevano gelato i fan: "Se mi volete bene, smettete di chiedermi di mettermi al pianoforte e suonare. Non sapete la sofferenza che mi provoca questo, perché non posso, ho due dita che non rispondono più bene e non posso dare alla musica abbastanza. E quando saprò di non riuscire più a gestire un'orchestra, smetterò anche di dirigere". Leggi anche: Ezio Bosso gela i fan: non posso più suonare, non chiedetemelo L'ultima intervista Ezio Bosso l'ha data a Rainews24, solo due giorni fa. Sulla ripartenza del settore alle prese con l'emergenza coronavirus l'artista aveva spiegato che la musica è un bisogno primario dell'uomo e pertanto è necessario un progetto che parta da questa consapevolezza. Bosso era nato a Torino il 13 settembre 1971 e si era avvicinato alla musica all’età di 4 anni. Nel 2011 era stato operato al cervello per l'asportazione di un tumore ed è stato anche colpito da una sindrome autoimmune. Nonostante le malattia, ha continuato a suonare, comporre e dirigere. Successivamente, nel settembre 2019 il peggioramento di una malattia neurodegenerativa ha costretto Bosso ad interrompere l’attività di pianista, avendo compromesso l'uso delle mani. La sua musica è stata commissionata e utilizzata da importanti istituzioni operistiche, come la Wiener Staatsoper, la Royal Opera House, il New York City Ballet, il Teatro Bolshoij di Mosca. Il 20 giugno dello scorso anno era stato nominato cittadino onorario di Roma.