Vip e amici per il nuovo film di Verdone
All'Adriano la "prima" di Si vive una volta sola
La psicosi da Coronavirus ha svuotato i cinema d'Italia, tutti o quasi. C'è un'eccezione, infatti, e riguarda la sala (esaurita) numero 5 dell'Adriano di Roma: ieri sera Carlo Verdone, Anna Foglietta, Max Tortora e Rocco Papaleo hanno presentato al pubblico (entusiasta) “Si vive una volta sola”. Si tratta della ventisettesima perla del regista romano, un vero e proprio gioiello, un'anteprima ricca di risate e applausi. Prodotta dalla Filmauro, la pellicola racconta le vicende di un team di medici che lavorano insieme da tanti anni. Abili professionisti, i migliori su piazza, nella vita si dimostrano fragili e maldestri. Il gruppo è formato da Umberto Gastaldi (Carlo Verdone), la strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta), l'anestesista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo) e il suo assistente Corrado Pezzella (Max Tortora). Il loro bersaglio preferito è proprio Amedeo, permaloso e poco incline agli scherzi. L'idillio però viene spezzato da una notizia che i colleghi scoprono all'improvviso. Lo stesso Amedeo è gravemente malato, ma nessuno riesce a comunicarglielo e così decidono di partire per una vacanza. Si trasformerà in un'avventura indimenticabile tra situazioni surreali e confessioni inaspettate. Il film nasce da una sceneggiatura scritta da Carlo Verdone insieme a Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino. Le riprese sono state effettuate in una Puglia da togliere il fiato: Bari, Monopoli, San Vito di Polignano, Otrano, Castro, Sant'Andrea, Porto Badisco, Santa Cesarea Terme e Serrano. “Si vive una volta sola” è una pellicola corale e difficilmente paragonabile alle ultime opere di Carlo Verdone. Senza dubbio destinata a diventare tra le migliori di sempre. Intanto, alla luce dei recentissimi sviluppi legati alla situazione sanitaria in Italia e alle misure di sicurezza adottate dalle istituzioni, i produttori e distributori hanno ritenuto opportuno posticipare l'uscita al cinema (in programma inizialmente il 26 febbraio) in segno di solidarietà nei confronti del pubblico che in alcune regioni del nostro Paese non avrebbe potuto vedere il film a causa di un evento così inatteso e imprevedibile.