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Da Junior Cally all'harem di Amadeus. Red Ronnie demolisce il Festival di Sanremo

Davide Di Santo
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Quando Amadeus è stato annunciato come direttore artistico del 70° Festival della canzone italiana tutto ci si spettava fuorché un Sanremo fuori le righe. È o non è il volto rassicurante e mainstream del servizio pubblico? Neanche per sogno. Tra accuse di sessismo strisciante, con le "fidanzate di" lodate perché capaci di stare un passo indietro, le dieci co-conduttrici «tutte belle», i versi da denuncia del rapper Junior Cally, quella dell'Ariston si preannuncia una corrida. Red Ronnie, storico esperto di musica, conduttore tv e autore per OM Optimagazine di Optima Italia, non ha certo paura di buttarsi nell'arena. «Il caso Amadeus è scoppiato perché da tempo Sanremo non è più il Festival della canzone italiana ma uno show televisivo che rincorre il consenso dell'Auditel - racconta a Il Tempo Red Ronnie - A differenza della nuova tv, quella che faccio io sul web, la vecchia tv non tira e per attirare l'attenzione deve alzare i toni e fomentare polemiche. E poi Amadeus va bene per i quiz, ma non ha alcuna competenza musicale. Sempre che abbia potuto scegliere in libertà il cast, cosa che dubito fortemente, ha fatto un'operazione matematica: i rapper mi fanno le visualizzazioni, la Lamborghini fa il twerking e tutti la guardano, Achille Lauro è stato un flop ma ci sarebbero forti interessi per farlo vincere… Ecco fatto il cast. Con un errore clamoroso». Quale? «Pensare che mettere un paio di rapper possa portare il pubblico giovane. È falso, i ragazzini se lo ascoltano su Spotify non stanno ad aspettare Sanremo e che una radio passi un pezzo trap ogni dieci brani pop». Junior Cally è diventato un caso nazionale. «Uno che inneggia al femminicidio e allo stupro non può andare a Sanremo, equivale a sdoganarlo. Come il suo degno omologo Skioffi, ad Amici o Sfera Ebbasta a X Factor. I bambini vedono il cantante con la maschera che sembra un supereroe e lo cercano sul web. Lo sa qual è il primo risultato? Il video di Strega in cui lega e picchia una donna. Poi ci stupiamo della violenza che dilaga tra i bambini. Ci sono ragazzine che vanno al pronto soccorso con il naso rotto dai fidanzatini. Ed è scandaloso che nessuna donna in gara abbia detto una parola contro Junior Cally. Solo Monica Bellucci ha dato forfait, e ha fatto bene». In fondo non è il primo cantante che parla di violenza e la canzone in questione non è in gara. Fino a dove può arrivare la libertà dell'artista? «Ognuno è libero di esprimere la sua arte. Ho avuto la possibilità di parlare dell'argomento con Lou Reed, Bob Marley, Mick Jagger, altro che Junior Cally. Ma io sono anche libero di denunciarti per istigazione alla violenza. Perché questo fa». E le accuse di sessismo ad Amadeus? La moltiplicazione delle conduttrici, tutte belle? «È evidente che Amadeus, non essendo bello, le fidanzate se le è sempre dovute sudare. Adesso che ha il potere di fare Sanremo tira fuori l'arroganza: non mi circondo di dieci donne, ma di dieci fighe. Il messaggio che esce fuori non è la donna al centro del festival, ma l'harem di Amadeus. E si vede nella lista dei cantanti in gara. Sono quasi tutti uomini». Cosa ne pensa invece dei casi Rula Jebreal e Rita Pavone? «Rita a Sanremo è un evento, è l'artista italiana più importante che abbiamo dopo Mina. Fosse per me farei un Festival con un veterano per ogni giovane. L'hanno scelta perché ha un bel pezzo e si sono accorti all'ultimo che avevano fatto un cast maschilista, non certo per le polemiche su internet o perché pro-Salvini. In quanto alla Jebreal mi pare chiaro perché è stata chiamata». Perché? «Semplice, è bella». Un pronostico. Chi vincerà Sanremo? «Per quel che vale… Nessuno si ricorda chi ha vinto l'anno scorso o due anni fa. Per sapere chi vince Sanremo basta vedere il regolamento o le percentuali in cui televoto e giurie varie compongono il verdetto finale. Avete visto com'è finita lo scorso anno, no?».

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