Franco Bagutti, 50 anni di musica: "Adesso penso a Sanremo"
Da mezzo secolo il maestro Franco Bagutti è una vera e propria istituzione
Da ben cinquant'anni Franco Bagutti è una vera e propria istituzione: con la sua orchestra ha girato l'Italia e non solo portando la sua musica di intrattenimento anche in tv, in programmi cult come Buona Domenica. Poi è arrivato l'addio alle scene che però è durato davvero poco: dopo aver lasciato l'Orchestra Italiana Bagutti in mano al figlio Gianmarco, infatti, da qualche tempo ha ideato e realizzato una nuova formazione, denominata Orchestra Franco Bagutti, con una novità sensazionale: il frontman scelto dal Maestro è niente meno che George Leonard del Grande Fratello 10, soprannominato il Principe. Maestro Bagutti, come ci si sente alla soglia dei 50 anni di carriera? Quando si va avanti con l'età fa sempre un certo effetto, ma quando si fa il lavoro che più si ama, è senza dubbio molto bello. Mi sento bene, sono felice perché nella vita ho fatto quello che ho voluto, e già questo è un successo. Se tornassi indietro rifarei tutto, forse con qualche sbaglio in meno. Il lavoro mi ha dato molte soddisfazioni: girando l'Italia con la mia orchestra, abbiamo avuto una media di circa duecento concerti all'anno. Questo significa che migliaia di persone hanno girato attorno alla mia musica e questo mi rende molto orgoglioso. Come ha cominciato a lavorare nel settore della musica? Arrivo dalla campagna, avevamo una piccola azienda familiare. Volevo fare questo lavoro ma i miei non volevano perché tanti anni fa, dove vivevo io, un ragazzo che voleva fare il musicista non era visto di buon occhio, era quasi come se uno non avesse voglia di fare niente. Così ho dovuto lottare per raggiungere il mio obiettivo. Mi sono iscritto al conservatorio, ma senza smettere di lavorare, così che agli occhi dei miei lo studio della musica fosse solo un passatempo. Ma in realtà era ciò che volevo fare. Così, raggiunta la maggiore età e ottenuto il passaporto, sono partito: ho lavorato su una nave da crociera e da lì è nata la mia carriera da musicista. Per alcuni mesi ho lavorato all'estero, poi sono tornato in Italia proprio nel periodo in cui scoppiava il liscio. Ci spieghi bene, cosa sono per oggi le orchestre e quanto sono cambiate? Oggi c'è differenza di genere, una differenza che ha abbracciato tutto il settore. Prima i locali si chiamavano balere, infatti quando ho lavorato a Buona Domenica con Maurizio Costanza la mia orchestra si chiamava “La balera di Bagutti”. Un tempo si faceva il liscio, mentre oggi le orchestre hanno un repertorio molto ampio che abbraccia tutti i generi musicali. Basti guardare Sanremo: oggi, rispetto a trent'anni fa, c'è un linguaggio diverso. Quanto al tipo di lavoro, quello non è cambiato molto: viaggiamo, viaggiamo, viaggiamo… Come mai ha deciso di lasciare la sua orchestra storica a suo figlio Gianmarco per poi fondare una nuova formazione? Avevo lasciato l'orchestra perché ero stanco. A Piacenza abbiamo da trent'anni un'agenzia teatrale, curiamo molti artisti, siamo editori. I gruppi più bravi che sono usciti dal nostro settore, sono usciti tutti dalla mia orchestra. Avevo molto da lavorare. Inoltre avevo aperto due discoteche in Piemonte, che però non sono andate tanto bene. Iniziavo a sentire la nostalgia del palco, avevo voglia di tornare. Ecco, se le discoteche fossero andate bene, probabilmente non avrei avuto il tempo di farlo. Ma ho approfittato di questo per metter su una nuova formazione con ragazzi giovani. Doveva essere solo un capriccio, un piccolo sfizio. E invece si lavora moltissimo. Perché ha scelto come frontman George Leonard? E' un ragazzo che ama cantare, ha del talento. Noi siamo del settore, abbiamo una sala di incisione. E' venuto da me e ha iniziato a collaborare con noi. È un bel ragazzo, ha fatto tv, è conosciuto dal pubblico. Ci racconti come nasce questa collaborazione… Ci siamo incontrati circa 9 anni fa a Sanremo e tra noi è nato bel feeling. Nel tempo la nostra amicizia è cresciuta e, dopo che ha fatto dei pezzi da me, abbiamo deciso di cominciare. Tra noi c'è una bella amicizia. E' un ragazzo con i piedi per terra, ci sto bene insieme e il nostro rapporto è semplice e sincero, non è una collaborazione artificiale. Non teme pregiudizi visto che Leonard è un personaggio legato a un reality show popolare? No, assolutamente. La nostra è una clientela normale: non ci seguono giovanissimi scatenati, ma una fascia di popolazione che va dai 25 ai 65 anni e segue i reality show, i contenitori domenicali, i programmi più vari. Il clima col nostro pubblico è molto familiare. Leonard, inoltre, ha talento e sa gestire il palcoscenico e il rapporto col pubblico. Non vedo perché dovrebbe esserci pregiudizio: si possono mettere insieme tante cose, perché aver fatto il Grande Fratello dovrebbe essere un'etichetta negativa?