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Craxi, Gaber e Oriana Fallaci: Vittorio Feltri svela tutto da Chiambretti

A “La Repubblica delle donne” condotta da Piero Chiambretti su Rete4, Vittorio Feltri è una rivelazione: aneddoti, battute, retroscena e zero parolacce.

Giada Oricchio
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A “La Repubblica delle donne” condotta da Piero Chiambretti su Rete4, Vittorio Feltri è una rivelazione: aneddoti, battute, retroscena e zero parolacce. Il direttore di Libero, in collegamento con Piero Chiambretti, snocciola ricordi sul passato e opinioni sul presente. Feltri e Beppe Grillo: “La parolaccia che usavo più spesso un tempo era vaffan***o, poi Grillo me l'ha rubata per fondare un partito e non me la sono sentita di usarla ancora. Ho lasciato a lui il vaffa e il partito”. Feltri e Bettino Craxi: “Lo soprannominai il cinghialone perché nell'epoca di Mani Pulite era il personaggio più maestoso di tutti. Mi invitò nella sua stanza all'Hotel Raphael di Roma per mostrarmi alcuni documenti e mi resi conto che viveva in un appartamento sdrucito, disadorno, quasi come un barbone e lì capì che non poteva aver rubato. Diventammo amici. Mi chiamava tutte le sere dall'esilio di Hammamet per avere un resoconto di cosa succedeva in Italia. Era un uomo intelligentissimo che aveva capito che il comunismo era finito. Con i tempi e i personaggi di oggi non possiamo che rimpiangere Craxi che aveva intelligenza superiore. Gli intesterei una via, una piazza e qualcosa di più. Se è vero che non entrava nella bara per l'altezza? Sì, non era una battuta. Era così alto che non ci stava nella bara fatta arrivare dall'Italia. Dovettero fare delle operazioni che non vorrei raccontare nel dettaglio per farcelo entrare. Diciamo che alla fine fu sepolto con le gambe rannicchiate”. Feltri e Giorgio Gaber: “Conobbi Gaber a 18 anni, poi non ci incontrammo più fino a quando il direttore de “La notte” mi chiese di intervistarlo. Rimanemmo in buoni rapporti e iniziammo a mangiare insieme in una trattoria una volta a settimana, si rideva e si scherzava. Una sera mi lesse il testo della canzone “Cos'è la destra, cos'è la sinistra”, io avevo un bisogno impellente e dissi ‘devo andare al cesso che è sempre in fono a destra'. Lui lo mise nel pezzo. Ma ho un altro ricordo di Gaber. Era ragioniere e voleva essere laureato, soffriva per quest'inferiorità e si iscrisse alla Statale per conseguire la laurea in Filosofia. Per rincuorarlo e dirgli che non era importante gli feci presente che Croce, Montale, D'Annunzio non erano laureati. Lui non mi credette e verificò. Mi ringraziò per averlo sollevato dall'incombenza di frequentare l'Università: ‘grazie, mi sono già rotto le palle, adesso posso fare le mie cose senza avere complessi di inferiorità”. Feltri e Oriana Fallaci: “È vero che la chiamavo uoma ma perché aveva un gran temperamento. Lei si arrabbiò perché ci teneva alla sua femminilità, era una donna femminile. Abbiamo sempre avuto un rapporto amichevole che non è mai andato oltre. Quando decise di morire, perché l'ha voluto fare lei, le lasciai casa mia e andai altrove. Una volta da New York mi portò una pelliccia di visone che non ho mai indossato perché di stupidate ne ho fatte tante, ma mi vergognavo di indossare una pelliccia”. Feltri e la longevità del suo matrimonio: “Il segreto di un rapporto così lungo è dormire in letti separati, possibilmente in camere separate, meglio se su due piani diversi della casa o addirittura in due città diverse come nel mio caso. Oggi sono contento di vedere mia moglie quando rientro a casa la sera perché l'ho sempre vista poco. La proposta di matrimonio del leghista in Parlamento? Ha fatto la figura del cretino due volte”.    

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