Stefania Nobile senza ritegno dalla d'Urso. Cosa urla a Gianluigi Nuzzi
Scontro furioso tra Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, e Gianluigi Nuzzi, uno degli “sferati” di “Live – Non è la d'Urso”: “Tagliati le pa**e se ce l'hai”. Poi se la prende anche con Barbara d'Urso. Wanna Marchi è ospite, insieme a Lele Mora, di Barbara d'Urso a “Live – Non è la d'Urso” per parlare della vita dopo il carcere. Ma i toni si infiammano appena accese le luci scintillanti dello studio. Il giornalista Gianluigi Nuzzi osserva che il debito con la giustizia (per truffa ai bisognosi, nda) è stato saldato, ma che gli italiani non perdonano la loro arroganza: “Non avete mai chiesto scusa, avete truffato persone bisognose e le avete pure offese dicendo che sono stupide per aver creduto al sale”. Wanna Marchi replica: “Cosa volete da noi? Cosa volete? Noi non ci ammazziamo sia chiaro”, mentre Stefania Nobile bercia e vomita improperi all'indirizzo di Nuzzi: “Chiedi tu scusa a fraca**o da Velletri! Ti dico una cosa Barbara, se la puntata è su questi toni, io prendo mia madre e ce ne andiamo. Resta Lele, i demoni se ne vanno”. La d'Urso la richiama all'ordine, Nuzzi ricorda che Wanna Marchi tagliava i rametti del giardino e li vendeva come miracolosi e Stefania Nobile non ci vede più dalla rabbia: “Si tagli le pa**e se ce l'ha”. L'animato e scomposto dibattito va avanti finché Barbara d'Urso,avvertita della frase sulle pa**e, non impone alla Nobile di chiedere scusa e la figlia della Marchi con supponenza: “No, non devo chiedere scusa a Nuzzi”. Ma ce n'è anche per la conduttrice: “Noi non veniamo più. Perché non ci chiedi della nostra vita oggi? Hai fatto vedere per dieci minuti le immagini del processo, di mia madre che piange, del passato, basta!” e la d'Urso la tritura: “All'inizio vi ho chiesto quale fosse la vostra vita ora e mi avete detto che siete felici in Albania, adesso stiamo parlando del passato e del diritto a rifarvi una vita. Sono cose che avete fatto”. Wanna Marchi sostiene più volte che tutte le persone truffate sono state risarcite, ma il presidente dell'Unione Nazionale consumatori, Massimiliano Dona, nega: “La Guardia di Finanza ha sostenuto che le persone danneggiate erano 300.000 per un giro d'affari miliardario. A processo si sono presentate solo 150 persone perché le altre si vergognavano. Quello che avete fatto, moralmente è inaccettabile, le persone anziane si sono incolpate per avervi creduto e sono finite in depressione”.