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Daniele Bossari in bilico tra depressione e attacchi di panico. Così ammutolisce Silvia Toffanin

Giada Oricchio
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“Strisciavo per terra. La risalita è iniziata con il Grande Fratello Vip”. A “Verissimo”, il contenitore del sabato pomeriggio di Canale 5, Daniele Bossari ha aperto l'armadio e tirato fuori tutti gli scheletri. Silvia Toffanin ha una peculiarità che la rende diversa da altre conduttrici: ascolta davvero le risposte dell'interlocutore alle domande che pone. Questa volta appare molto coinvolta dalla storia di Daniele Bossari (“guardate bene queste immagini perché dietro i sorrisi c'era un mondo oscuro”) rimane annichilita dal racconto di Daniele Bossari, vincitore dello storico GFVip2 e conduttore apprezzato per i modi garbati e gentili. “Queste persone che non conoscevano mi chiedevano aiuto con gli occhi. Come hai fatto, cosa hai passato? Ho capito che la depressione riguarda moltissime persone. Da lì è iniziato il mio percorso” ha detto Bossari con un sorriso amaro. Poi ha aggiunto: “Ti devo dire Silvia che quando abbiamo lavorato insieme non stavo bene. Ti devo chiedere scusa. Hai idea dell'energia richiesta per mantenere una facciata decente? Arrivavo distrutto a casa la sera. Ero felice, facevo il lavoro che amavo, io mi identifico con il lavoro e per questo le prime critiche mi hanno ferito. Ho individuato il periodo in cui esplose tutto, fu il 2002 con il giudizio di un grande critico televisivo che mi ha fatto a pezzi. Diceva che ero una nullità che non lasciava il segno e che la bellezza dell'asino svanisce. Certe critiche ti ammazzano. Allora i social non erano ancora così rilevanti. Iniziò un processo che è durato anni ed è sfociato in una crisi profonda”.   Bossari ammette che il telefono non squillava più per colpa sua, perché si faceva terra bruciata intorno e non rispondeva più agli amici, nemmeno a quelli più cari. Arrivò a escludere gli affetti più cari, compresa la compagna, oggi moglie, Filippa Lagerback. Il conduttore riconosce di essersi perso nell'alcool e di aver vissuto forti sensi di colpa nei confronti di moglie e figlia: “Bevevo tanto, tanto, anche una bottiglia e mezzo di whisky al giorno. Non è poco, non è poco. Ero completamente devastato. A un certo punto bevevo tutti i giorni, di mattina mi trattenevo, di notte invece ero nel mio mondo”. La Toffanin sbarra gli occhi e scende nei particoli: “Salivi in casa sui gomiti”. Daniele Bossari non si sottrae, d'altra parte ha scritto tutto nell'autobiografia: “Sì, ho dei momenti ben chiari in cui mi sono ritrovato anche a strisciare perché non riuscivo a camminare. E' la verità. Ora mi viene da ridere, ma in realtà c'è da piangere, non è una cosa bella. La racconto per liberarmi”. Dopo l'alcool, la depressione: “Insieme erano distruttivi. Ero fuori controllo. Rifiutavo l'aiuto di tutti anche delle persone care. Hai paura che scoprano come stanno le cose davvero e allora sfuggi. Avevo messo gli aculei. I miei genitori hanno sofferto e pianto tantissimo”. La discesa agli inferi è proseguita con gli attacchi di panico: “Non uscivo, non volevo andare agli eventi mondani, alle cene e non volevo che mi fotografassero perché ero sfatto, ero bolso, ero brutto. Un giorno c'era una bella serata di una collega, sono uscito e quando ho incontrato le prime persone ho iniziato a annaspare, il cuore mi batteva fortissimo, mi sono accasciato e ho pensato che mi stesse venendo un infarto. Non riuscivo a trovare una soluzione, ero da solo ocn me stesso e ho cominciato a pensare di eliminarmi. Ho pensato che forse la cosa meno dolorosa per tutti era che uscissi di scena, che uscissi dalla vita. Adesso mi vergogno a dire una cosa così grave e la dico nel rispetto di chi non ce l'ha fatta, però il pensiero ha iniziato a insinuarsi in me e mi chiedevo come potevo fare. Una sera pioveva, ero a casa da solo, avevo un litro di whisky in corpo, è suonato l'allarme, sono andato a controllare, ma fuori non c'era nessuno. Sotto la pioggia, in totale stato di confusione, ho scavalcato una recinzione e sono entrato nel cantiere di fronte a casa. Mi sono ritrovato in bilico su una trave al secondo piano, sufficientemente alta per farmi molto male. Lì l'idea stava per diventare reale, sono scivolato e son ritornato in casa. Qui c'è stato il risveglio. Mi sono guardato allo specchio e ho sentito un urlo uscire dal profondo dell'anima ‘che ca**o stai facendo?'. Ho respirato e mi sono rimesso in sesto. Lì è scattato qualcosa in me e c'è stata tutta la ricostruzione fino a oggi. Non c'è scampo, deve scattarti dentro la forza di volontà di salvarti. Se non lo decidi tu, non ti arrivano aiuti dall'esterno, non servono nemmeno medici e farmaci. Ho capito che noi in ogni istante della nostra vita scegliamo chi siamo. il segreto è semplice: alimentare la testa con cose belle e pulite. Informarsi, mantenere una certa pacatezza, guardare la propria famiglia. La luce è fondamentale”. Il viaggio di Bossari è stato straziante, ma il finale è positivo.

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