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Iva Zanicchi, che mattatrice. Dal boss all'amore russo: sulla troika...

La cantate si racconta a Verissimo

Giada Oricchio
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Iva Zanicchi torna da Silvia Toffanin a “Verissimo” per regalare altri aneddoti sulla sua lunga carriera: dal regalo “igienico” di un boss della mafia al tradimento non consumato con Sasha ("sulla troika, mi sentì tr**a") passando per le medagliette dei santi e il rapporto con Mina e Vanoni. Iva Zanicchi è ormai una “one woman show”, snocciola episodi del passato infiocchettandoli con un'ironia crassa, ma piacevole: “Oggi voglio fare la signora, mia figlia mi ha sgridato perché parlo troppo, dice che non devo parlare del sesso, ma io sono sana e ne parlo. Il mio Faustino da anni non mi fa più niente. Se facciamo l'amore? Io sono olimpionica: una ogni quattro anni!”. Dal suo libro “Nata di luna buona”, Iva estrapola il racconto degli inizi: “Nella mia casa discografica c'era Mina e quindi non c'era trippa per gatti, niente, vado in cerca di una canzone e incido “Come ti vorrei”, un pezzo blues, ma non successe niente. Piangendo vado alla stazione di Milano per tornare a casa e sento un facchino canticchiare la mia canzone, mi emozionai tantissimo, gli avrei portato le valigie! Il rapporto con Mina? Una volta mi fecero aspettare due ore, stavo per andar via quando sentì la sua voce provenire da dietro una porta, spiai dal buco della serratura e mi fermai ad aspettare perché volevo vederla, era il mio mito. Oh, quando si aprì la porta non era girata verso la finestra e le vidi solo il c**o?! Le voglio bene anche se sono 50 anni che non ci sentiamo, dico battutacce perché sono invidiosa e gelosa, ma l'ammiro, non ne parlo male”. La Zanicchi riserva una frecciatina alla Vanoni: “Cara Ornella, una volta incontrai tua mamma e mi disse ‘cara Iva ha una voce meravigliosa, ce l'avesse mia figlia!! E' vero! A un Festival mi passò davanti, mi pestò un piede, ma lei era la Vanoni… che mi importava… aveva lo stesso profumo di Rita Levi Montalcini e Paolo Limiti, profumo di rosa”. Iva Zanicchi svela un retroscena anche sul cambio look: “Il mio produttore Giovanni Ravera mi disse che andando al Festival di Castrocaro dovevo rifarmi il look, non potevo indossare sempre lo stesso vestito fuori dal palco. Mi disse che la casa discografica avrebbe pagato il guardaroba e me lo avrebbero scalato pian piano. Ci ho messo dieci anni a ripagare i vestiti! Comunque, mi mandarono da Mila Schon, mi spogliarono e rimasi in reggiseno e mutande con tutte le medagliette dei santi al collo. Mi guardarono inorriditi, ma Mila Schon tranquillizzò tutti ‘si usa in montagna mettere le medaglie, ma tu ragazza mia hai esagerato, sembri un generale in pensione!'. Poi si accorsero che avevo tanto seno e mi misero una fascia elastica per appiattire le tette, un male boia però accettai perché pensavo di indossare un abito esclusivo fatto per me… e invece una settimana prima del Festival di Castrocaro Ira Furstenberg era su una copertina con lo stesso vestito!”. Esilarante il racconto del regalo del boss Gambino al termine del concerto del 1973 al Madison Square Garden insieme a Gianni Morandi: “Venne in camerino e disse ‘ZaniccA ha cantato bbbene, le ho fatto un regalo perché so che voi in Italia non ce l'avete, andate nella ssstalla con il giornale oppure in campagna con le foglie…' non mi aveva portato due rotoli di carta igienica?! E aggiunse ‘questa sembra leggera, ma non si strappa' e io: non ne avete uno anche per Gianni Morandi?”. Il pubblico applaude e la Toffanin è piegata in due dalle risate, meglio di una gag da comico professionista. Ma la Zanicchi giura che sono tutti episodi veri, anche quello su Sasha, l'amore russo non consumato: “Ero in tournée in Russia, quando canto ho bisogno di guardare qualcuno per essere più credibile, io guardavo questo ragazzo, alto, biondo, occhi azzurri, molto colto. Era Sasha il mio accompagnatore. A furia di guardarlo, lui ci crede e quando siamo andati a San Pietroburgo, ha organizzato una gita sulla troika lungo la Neva. Beh, sulla troika io mi sono sentita un po' tr**a!!! C'era la luna, un romanticismo che mi sentivo Lara del Dottor Zivago… ci siamo dati un bacio romantico, lungo, veniva su tutto… io avevo i sensi di colpa perché non avevo mai tradito, ma era l'ultima sera e decisi di starci. Andiamo in albergo e lui mi fa ‘posso venire a prendere una vodka da te?' e io ‘sì pure qualcos'altro', chiedo la chiave tutta emozionata, ero presa da quello che sarebbe successo, quando sento alle mie spalle ‘ciao Iva, guarda che bella sorpresa che ti ho fatto'…. Era mio marito… mi è rimasta dentro questa cosa tanto da doverla scrivere nel libro. Anni dopo mi arrivò un biglietto con l'immagine di una troika e la scritta “per sempre”.

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