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È colpa del cast? Temptation Island riparte malissimo
La Rai piazza le repliche de “Il Commissario Montalbano” per battere la concorrenza di Canale 5 e ci riesce. Il bis della fiction con Luca Zingaretti (episodio "La Gita a Tindari”) ha conquistato 4.486.000 spettatori pari al 21.27% di share superando la prima puntata di “Temptation Island Vip 2” che – dalle 21.31 all’1.07 - ha interessato 2.949.000 spettatori con il 18.16% di share. Un anno fa, l’esordio del docu-reality, guidato da Simona Ventura, conquistò 3.449.000 spettatori per il 19.85% di share, mentre a fine giugno 2019 la prima puntata di Temptation Island versione Nip ha ottenuto 3.546.000 telespettatori e il 22,24% di share. Il Commissario di Andrea Camilleri è un usato più che sicuro, è una Ferrari che non conosce mode e non passa mai di moda, ma la seconda edizione di Temptation Island Vip è apparsa debole fin dalla pubblicazione del cast: nomi semisconosciuti o di scarso appeal. La prima puntata si è risolta nella solita nenia di lamentele e dubbi di fidanzati e fidanzate, una cantilena sonnolenta fino all’una di notte (un orario irrispettoso verso i telespettatori) quando Ciro Petrone ha deciso di infrangere le regole e l’isolamento per correre, come davanti all’apertura di un buffet, dalla fidanzata livida di rabbia per l’inevitabile squalifica. Il format è imbrigliato e riproporre la stessa idea quattro volte nel giro di un anno (da luglio 2018 con la versione nip a settembre 2019 con quella vip) non è una scelta vincente perché toglie al pubblico tre elementi fondamentali per un programma di successo: novità, curiosità e rarità. Anche Alessia Marcuzzi ha una dose di colpa: gli interventi sono garbati, ma senza colore e personalità. Al falò la sua voce si è accavallata più volte con quella di Pago, l’espressione del volto era statica e i discorsi di Er Faina sono risultati più incisivi dei suoi. Va bene essere materni e comprensivi, ma una briosa sculacciata ogni tanto ci vuole. La generalessa Anna Pettinelli docet.