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Barbara Alberti fa le barricate: "Giù le mani da Miss Italia"

Carlo Antini
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Polemiche su Miss Italia, Barbara Alberti si schiera in difesa del concorso di bellezza. "Sparare su Miss Italia è come sparare su una giostra coi cavallini di legno e il tendone a strisce, o sul salotto di Nonna Speranza - afferma la scrittrice - Miss Italia è una poesia del Gozzano. Come Sanremo, fa parte della liturgia di un'Italia civilissima e semplice, più povera e ingenua, che da giovane non capivo ma che davanti alla bruttezza dell'oggi è un piccolo santuario, l'ultima festa paesana. Mi riporta indietro agli anni 50, quelle miss un po' tracagnotte con quei mutandoni, altri tempi, altri corpi, le gazzelle di oggi erano rare (Elsa Martinelli). Allora le miss erano destinate al matrimonio. Non erano veline, erano Cenerentole,  col sogno della zucca che diventa carrozza, un sogno malinconico, innocente, in fondo grazioso. Ora sono longilinee, alte, leggere, chi se le sognava ai miei tempi, studiano medicina, economia, informatica, biochimica. Ma anche in loro rivedo la stessa freschezza, la stessa speranza di quando si aspettava tutto l'anno per il concorso, per poter finalmente vedere delle belle ragazze in costume da bagno (intero). I giovanotti se ne innamoravano, mio zio ogni anno metteva la foto della preferita sul vetro della credenza, accanto al santino della Madonna. Al tempo giocavo ai pirati, ma le bambine con diademi di carta giocavano alle miss, che allora si chiamavano reginette di bellezza. Oggi che grazie alla pubblicità tutti i corpi sono in vendita, e ti rifilano il nudo anche per comprare gli spaghetti, accanirsi sulla casta Miss Italia mi sembra una stravaganza. Ma teniamocela stretta Miss Italia, altro che eliminarla, mettiamola in teca, teneramente protetta. Credo che la dignità della donna passi più dalla fiaba che dalla censura".

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