Al Bano chiama la Rai: "Scegli me per il Festival di Sanremo"
II cantante pugliese si racconta: da Romina a Loredana, dal dramma di Ylenia ai viaggi in Russia e Cina
Al Bano, si è parlato di Mina alla direzione del prossimo Festival di Sanremo. Cosa ne pensa? «Sarebbe il colpo del secolo, ma non credo si farà. Per quel che mi riguarda, io propongo una canzone un anno sì e tre no, quindi sarei pronto per la prossima edizione. Ma stavolta il Festival punto a presentarlo». Si sta proponendo alla Rai come direttore artistico del prossimo Festival di Sanremo? «Certo. In fondo due colleghi, Gianni Morandi e Claudio Baglioni, hanno aperto la strada. Gli artisti possono dare un grande apporto al Festival. Io ho sulle spalle decenni di gavetta e conosco il pubblico come tanti conduttori televisivi. E poi faccio le cose "con grazia", me lo faccia dire, e di questi tempi non è cosa da poco». Che Festival immagina? «Non bisogna allontanarsi troppo dall'anima di Sanremo che è la gara. Quindi reintrodurrei le eliminazioni e, per quanto riguarda gli artisti, cercherei di creare un equilibrio tra melodia e rap, ridimensionando un po' quest'ultimo. Non bisogna dimenticare che è la melodia che ha fatto conoscere la musica italiana nel mondo». Canterebbe dall'inizio alla fine, come Baglioni? «No, lascerei spazio ai cantanti in gara. Il Festival è come un bellissimo pullman musicale e io farei l'autista, con la speranza di portarlo anche in giro per il mondo. Da anni sto cercando di organizzare un tour di Sanremo in Cina, per esempio. Spero un giorno di riuscire a farcela». Le ultime esperienze in tv sono un buon biglietto da visita. Come il duetto con Massimo Ranieri ad Amici. «Ci siamo divertiti. Con noi due sul palco Amici ha fatto il picco di ascolti. Il mio sogno nel 1996-97 era di fare un trio con Morandi e Ranieri. Gianni però non se l'è sentita, temeva che le vocalità mie e di Massimo schiacciassero un po' la sua. Io gli dicevo: "Guarda che a cantare non sono le nostre voci, ma le nostre storie: siamo tre proletari di successo. Non sono riuscito convincerlo. Peccato, sarebbe stato un grande successo». L'Ucraina l'ha inserita tra le "minacce per la sicurezza nazionale" ma ora è stato eletto un nuovo presidente. È cambiato qualcosa? «Ho chiesto scuse ufficiali ma ancora non si sono viste. Dovranno arrivare o sarò costretto a difendere la mia reputazione per vie legali. Non sono mica un terrorista, ma stiamo scherzando? Comunque sono ottimista: Zelensky viene dallo spettacolo, è praticamente un collega...». Dall'Europa dell'est all'Asia, il brand Al Bano va alla grande... «Sono stato bravo a gestire le richieste dall'estero, anche quelle dai posti più lontani e meno conosciuti, e questa è la mia fortuna. Il 23 e il 25 agosto canterò a Tokyo per i mondiali di judo. Il direttore della federazione internazionale Marius Vizer, amico e grande fan, tempo fa mi ha nominato ambasciatore della disciplina nel mondo. Ho inciso anche l'inno internazionale del judo». Il presidente onorario della federazione è Vladimir Putin... «Be', dietro al mio ruolo di testimonial c'è anche il suo benestare. Ho avuto l'onore di conoscerlo nel 1986, nell'allora Leningrado, quando era a capo del Kgb. Nel 2005, da presidente, mi ha invitato a cantare al Cremlino, la notte di Capodanno. Una serata indimenticabile. La Russia è un grande Paese, come la Cina, con cui ho rapporti che vanno oltre la musica. In fatto di voglia di lavorare dovremmo imparare da loro. Una volta eravamo noi i cinesi dell'occidente, e in più eravamo creativi. Oggi, invece, l'Italia vive di rendita grazie ai fasti del passato e la politica non aiuta. Ma il Dna non tradisce, mi aspetto un nuovo rinascimento italiano nel prossimo futuro». La politica appunto. La danno come grande sostenitore di Matteo Salvini, è vero? «Stimo Salvini e apprezzo il suo pragmatismo, ma in politica sono un battitore libero. Matteo l'ho incontrato una sola volta, invitato proprio dai cinesi, per promuovere il nostro vino (Albano Carrisi è un noto e apprezzato produttore. Una bottiglia del suo "Platone" è stata donata al presidente cinese Xi Jinping nella sua recente visita in Italia, ndr). Su questa storia del vino Matteo è stato di una tempestività incredibile attivandosi subito dopo l'incontro con i funzionari asiatici, tutti pezzi grossi. I risultati si vedranno presto». Estimatore di Salvini, meridionale come Di Maio. Se la sente di proporsi come paciere tra i due? «Non ci penso neanche, prendo la distanze da tutto ciò che è politica, figuriamoci se mi infilo in questa situazione! Al Bano è come il Papa o il presidente della Repubblica: osservo, ma non mi sbilancio». Il prossimo progetto? «Ora sto selezionando le musiche per il docufilm "È la mia vita" che andrà in onda su Canale 5 intorno al 20 maggio, la data del mio compleanno. Ci saranno filmati inediti della mia carriera e della mia vita privata. È un piccolo gioiello». È lo stesso titolo della sua autobiografia, uscita nel 2006. Allora per Romina Power e Loredana Lecciso riservò solo due pagine bianche. In tv sarà lo stesso? «Non parlare di loro fu la risposta a tutto il gossip che dovevo subire. Ora in qualche modo Romina e Loredana ci saranno». A proposito di gossip, i siti sono scatenati. C'è chi dice che si è riaccesa la fiamma con Romina, altri sostengono che è a un passo dalle nozze con Loredana... «Tutte balle, ma quale matrimonio. Se mai, e scriva grosso "MAI", dovessi sposarmi, sarei il primo ad annunciarlo. Quando sento queste cose mi saltano i nervi. Una volta ho chiamato il direttore di una rivista i cui lettori si erano lamentati perché c'era Al Bano in copertina una settimana sì e una no. Gli ho detto: caro signore, perché ogni volta che pubblica una mia foto non dà mille euro a una famiglia bisognosa? Almeno tutto 'sto gossip servirebbe a qualcosa». Allo stesso modo spuntano ciclicamente fantomatiche "nuove piste" sulla scomparsa di sua figlia Ylenia. C'è mai stato qualcosa di concreto? «Tanti hanno speculato in maniera squallida e disumana. Li giudicherà Dio. Purtroppo per quello di cui sono a conoscenza il dramma si è concluso. Tutto il resto sono bugie e millanterie senza pudore».