"Solo cose belle", il film-manifesto del rispetto delle diversità
Il regista Kristian Gianfreda: "Ho voluto raccontare la bellezza che si nasconde dietro gli ultimi della società"
Raccontare la paura del “diverso”, del disabile, dell'immigrato, ma anche le risorse che possono scaturire dal superamento di timori e pregiudizi: è questa la sfida di Kristian Gianfreda, regista di “Solo cose belle”, il film in uscita nelle sale di tuttaItalia il prossimo 9 maggio. Presentato in anteprima come visione straordinaria al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso 7 dicembre, la pellicola si appresta ora al battesimo del grande pubblico. «Il film - spiega il regista - è un manifesto dedicato al valore delle differenze, alla lotta contro l'emarginazione e alla bellezza racchiusa nel superare la paura della diversità, specialmente in un momento storico e politico come quello che stiamo vivendo». Questioni cruciali del nostro tempo, dunque, raccontate attraverso una commedia corale e brillante che prende le mosse dall'incontro-scontro di due mondi solo apparentemente lontani. Da una parte, infatti, c'è un paesino dell'entroterra romagnolo alle prese con le prossime elezioni comunali; dall'altra c'è una casa famiglia in cui si muovono personaggi differenti: una mamma e un papà, un richiedente asilo appena sbarcato, un'ex-prostituta, un giovanissimo ex carcerato e due ragazzi con gravi disabilità. Tutto ha inizio quando Benedetta (Idamaria Recati), la figlia sedicenne del sindaco (Giorgio Borghetti), entra in contatto con questa realtà: un microcosmo in cui vivono tante persone con un passato difficile alle spalle, ma con un forte desiderio di riscatto. A dispetto delle convenzione sociali del mondo da cui proviene, la ragazza si innamora del giovane ex carcerato Kevin (LuigiNavarra), creando scompiglio nell'intera comunità. Sarà proprio la conseguente reazione a catena condita da sospetti, lacrime, risate e sgomberi, a far venire alla luce la bellezza dell'accoglienza e l'importanza della solidarietà. Nella migliore tradizione della commedia all'italiana, “Solo cose belle” vuole raccontare in modo profondo e dettagliato l'incontro tra due realtà opposte che improvvisamente, e loro malgrado, si trovano a dover fare i conti l'una con l'altra. Ma questa è anche la storia di come, attraverso intrecci inaspettati, rapporti contrastati e personaggi bizzarri, persino un sonnacchioso paesino e un luogo popolato da coloro che vengono spesso etichettati come gli "sbagliati" e i "superflui", riescono ad avvicinarsi e a scoprire insospettati legami che si trasformano in opportunità. Nel cast, oltre a due giovani attori emergenti – Recati Navarra – anche tanti professionisti come Giorgio Borghetti, Carlo Maria Rossi e Barbara Abbondanza. A loro si sono aggiunti Marco e Ciccio, due ragazzi disabili che vivono in una delle strutture della Comunità Papa Giovanni XXIII - la realtà fondata da Don Oreste Benzi che ha ispirato la pellicola grazie alle sue strutture di accoglienza presenti in tutto il mondo - che hanno preso parte al film interpretando se stessi: «Con loro – sottolinea ancora il regista - si è spesso lasciato, durante le riprese, che le cose semplicemente accadessero, che le reazioni fluissero spontanee e che le emozioni fossero autentiche». “Solo cose belle” nasce dalla lunga esperienza sul campo della Comunità Papa Giovanni XXIII e delle tante case famiglia dell'Associazione, che da anni lavorano per diffondere i valori dell'inclusione sociale per combattere l'emarginazione. Per questo, coerentemente con il tema del film, hanno lavorato alla pellicola, in scena o a supporto della produzione, sia attori professionisti del cinema, del teatro e della televisione, sia persone della Comunità e figure che hanno un'esperienza pregressa in case famiglia o in altri progetti sociali.