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Franco Nero e un cast stellare: così rinasce lo spaghetti western
Dopo più di quarant’anni Franco Nero torna a indossare i panni polverosi di Keoma e il western all’italiana riscopre gli antichi fasti. Con un cast internazionale zeppo di stelle agli ordini di Enzo G. Castellari è in fase di preproduzione «The Fourth Horseman» (Il quarto cavaliere), film che segna il rilancio del sodalizio tra l’attore e il regista di «Quel maledetto treno blindato» da cui Quentin Tarantino si è ispirato per «Bastardi senza gloria». Tra gli attori che torneranno a seguire le tracce del pistolero mezzosangue Keoma, interpretato da Franco Nero nello storico spaghetti western del 1976 e tra pochi mesi nella nuova produzione della tedesca Dreamfilms Gmbh, saranno attori del calibro di Claudia Cardinale, Sho Kosugi, Rutger Hauer, Danny Trejo e Fabio Testi. Accanto a loro una diligenza carica di mostri sacri del cinema di genere e non solo come i registi Joe Dante e John Landis e gli attori Lou Ferrigno, George Hilton e Gianni Garko. «Un cast stellare come è giusto che sia per il grande ritorno del western all’italiana. E stiamo aspettando il "sì" di Pierce Brosnan che è impegnato con un altro progetto. Speriamo che riuscirà a partecipare», commenta Castellari con Il Tempo fornendo in anteprima dettagli e atmosfere di «The fourth horseman - Keoma rises». Nel film autentiche chicche per gli amanti del genere, come l’incontro tra Nero e Sho Kosugi, leggenda dei film di arti marziali giapponesi. Interpreterà un cacciatore di taglie senza scrupoli e duellerà con Keoma come nel cult del cinema americano «L’invincibile ninja» dell’81. «Gireremo tutto in Almeria, come ai vecchi tempi. La base sarà a Fort Bravo, il villaggio western di Paco Ardura, icona del cinema spagnolo», spiega Castellari che ha un solo rimpianto: «Che non ci siano Bud Spencer e Tomas Milian, previsti nell’idea originale». «The fourth horseman» ripercorre le atmosfere di Keoma ma con una chiave più moderna e oscura. Il pistolero viene chiamato dal suo vecchio padre putativo, capo indiano dei Dakota, per trovare un bambino della tribù che è stato rapito. La prima scena ripercorre l’inizio del film del ’76 con Keoma che fa il suo ingresso in un villaggio e incontra la Morte impersonata da una donna (Claudia Cardinale). Auto-citazione da cui si dipana una storia tutta nuova. «Il film sarà immerso in un’atmosfera plumbea e oscura - spiega il regista - perché il villaggio al centro della vicenda è stato costruito sopra un cimitero indiano e gli spiriti degli antichi guerrieri torneranno per vendicarsi. Solo il bambino rapito, l’ultimo dei Dakota, potrà porre fine alla maledizione». Uno spaghetti western a tinte noir, il cui titolo è un riferimento all’Apocalisse: nella locanda si alterneranno diversi pistoleri ma solo alla fine si scoprirà chi è il Quarto Cavaliere, mentre un telegrafo non smetterà di lanciare misteriosi messaggi. Ma con che spirito Castellari si imbarca in questa nuova avventura? «Giro questo film per dare una scossa al cinema italiano e rilanciare le pellicole di genere che ci hanno dato lustro nel mondo. Sarà un classico realizzato con metodi innovativi e la migliore tecnologia. Sarà una lezione di cinema, anche da parte delle vecchie glorie dei film di genere tra sparatorie e scene di azione. Il cinema italiano deve ritornare a fare le cose in grande».