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Il guaio con la Zanicchi e l'eredità di Mike, Gerry Scotti racconta tutto

Gerry Scotti con Silvia Toffanin

Il conduttore nello studio di Verissimo. Poi piange per il figlio

Giada Oricchio
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Gerry Scotti, ospite di “Verissimo”, è da sempre molto geloso della sua vita privata, ma si confida volentieri a Silvia Toffanin: “Il mio punto di riferimento è stato Johnny Dorelli. Che guaio mi ha combinato Iva Zanicchi”. Gerry Scotti parte dal nome: “Si mi chiamo Virginio come il nonno e mi piace ricordarlo perché ho la sensazione di non aver usato questo nome e mi dà fastidio. Per tutti sono Gerry, è raro che mi chiamino Virginio, solo gli amici d'infanzia”. Gerry Scotti svela di essere una persona molto precisa e ordinata, amante della puntualità: “Piccola fissazioni che mi ha lasciato mia mamma. Di tanto in tanto giro per casa con le pattine”. Il conduttore per descrivere le sue abilità artistiche percula Adriano Celentano: “Come dice una famosa battuta anche copiata non so far niente quindi sono perfetto per la televisione. La mia verve da artistoide l'ho ereditata da mio padre. L'unico dispiacere che ho dato ai miei genitori è stato quello di non laurearmi in Giurisprudenza, mi mancavano solo 3 esami. Quando ho detto loro che lasciavo l'agenzia pubblicitaria dove stavo benissimo e avevo il posto fisso gli ho dato il secondo grande dispiacere. Mio padre fu dolcissimo, mia madre si offese moltissimo e non mi parlò per 4 anni”. Gerry ricorda lo sliding doors che l'ha reso famoso: “Quando mi chiamò Claudio Cecchetto per l'avventura di Radio Deejay avevo già in tasca il biglietto per andare a Los Angeles a fare il corso di regia per i filmati pubblicitari. Sarebbe stata un'atra vita. Quando mi ha chiamato Cecchetto, ho stracciato quel biglietto ed è stato il gesto più coraggioso della mia vita. Forse la scommessa più grande della mia vita. Sono stato fortunato”. Gerry Scotti si leva un sassolino dalla scarpa in merito a chi sia il vero erede di Mike Bongiorno: “Quando è morto ne abbiamo scoperti tanti, ma lui lo disse solo a me proprio in un corridoio di Mediaset. Mi hanno assimilato a lui, a Corrado, a Vianello, ma da bambino sognavo di diventare come Johnny Dorelli. Sapeva cantare, suonare, faceva radio, televisione, cinema. È sempre stato il mio mito. Il mio rimorso? Non ho avuto il coraggio di fermare Alberto Sordi in un corridoio di Mediaset”. Silvia Toffanin gli mostra il filmato in cui Iva Zanicchi l'aveva sponsorizzato per il Festival di Sanremo e Gerry Scotti rivela: “Mi ha fatto un disastro. Mi hanno chiamato tutti tranne Baglioni. Andrò a Sanremo con Iva Zanicchi a mangiare in pizzeria. Una proposta seria non l'ho mai ricevuta. Per tanti anni ho criticato che mettessero a Sanremo gente che non s'intendeva di musica, poi hanno rimedito con Baglioni. Comunque non è nei primi cassetti della mia scrivania, me lo guardo da casa. Vorrei continuare a fare serenamente questo lavoro, invidio però chi fa questo lavoro in giro. Noi siamo fortunati, facciamo un bel lavoro, è il primo ringraziamento che faccio al mattino e l'ultimo alla sera”. Gerry Scotti tocca appena il rapporto con il figlio al quale è legatissimo: “Sono riservatissimo. Lo chiamo in continuazione, sono un rompiballe”. E anche la Toffanin prende in giro Celentano: “Se vuoi stiamo in silenzio… va di moda”. Scotti si fa portare dell'acqua e imita il Molleggiato, poi tornado serio: “Spero di diventare nonno, non subito magari…”. 

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