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Gianni Morandi: "Non mi chiamava più nessuno. Mi ha salvato Mogol"

Il cantante di Monghidoro racconta gli anni bui dopo il grande successo

Giada Oricchio
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“La mia carriera è iniziata con i film musicali, i cd. Musicarelli. Ebbi subito un grande successo con “In ginocchio da te”, “Non sono degno di te”, “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”. Mio padre mi aveva fatto lavorare da ragazzino e invece grazie all'enorme successo andavo ovunque nel mondo e mi divertivo. Nel 1962, insieme ad altri cantanti italiani, andai in Giappone. Eravamo amatissimi. Per 7-8 anni era tutto un gioco, una cosa meravigliosa, mi veniva tutto semplice. La crisi è iniziata verso la fine degli anni '60, si passava dal boom economico agli anni '70, quelli della contestazione, delle difficoltà economiche, degli anni di piombo. Dall'America arrivava un nuovo tipo di musica, ad esempio i Led Zeppelin. Dopo 10 anni di trionfi, dove tutto mi veniva facile, è iniziata a spegnersi la luce, ho smesso di fare dischi, di fare spettacoli, non mi chiamava più nessuno. Il mondo girava intorno a me e improvvisamente era tutto finito, ma avevo solo 28 anni. Gli anni ‘70 hanno cambiato l'Italia e io lì per lì non me ne rendevo conto. Il periodo nero cominciò con la morte a Caracas di mio padre che era un punto di riferimento. Si sgretolò anche il rapporto con la mia prima moglie conosciuta sul set. La gente mi guardava con occhi diversi, non capiva cosa provassi e davo la sensazione di essere in crisi anche se avevo una casa di proprietà e avevo messo da parte qualcosa. Riempivo le mie giornate studiando musica, non sapevo nulla di note ed entrai al Conservatorio di Santa Cecilia. Avevo la quinta elementare e feci un esame particolare, ero il più grande, avevo 31 anni e gli altri studenti 17-18 però studiavo, frequentavo i corsi. Non pensavo di ricominciare a cantare, pensavo di diventare produttore. Fu Mogol a riportarmi al canto. Quella crisi però mi ha fortificato. L'altra faccia della medaglia del successo è l'insuccesso (il cantautore abbassa lo sguardo e sospira, nda) ed è stata dura però quel momento mi ha maturato come uomo. Forse non avrei avuto una carriera così lunga se non avessi avuto quel black out di 8-10 anni”. Silvia Toffanin ricorda: “Dopo il periodo buio c'è stata la rinascita” e l'artista di Monghidoro: “In verità piano, piano. Ricominciai con i film per la tv e grazie a Mogol”. E l'intervista si chiude con un medley delle canzoni più famose di Gianni Morandi. Dal vivo e chitarra in mano. E' standing ovation.

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