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La verità di Giletti: "Così la Rai mi ha cacciato"

Massimo Giletti

Il conduttore si confessa da Costanzo

Giada Oricchio
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Massimo Giletti, il conduttore di “Non è l'Arena” è stato il protagonista de “L'Intervista” di Maurizio Costanzo e parla di tutto, dalla cacciata della Rai all'azienda di famiglia, due posti dove ha lasciato il cuore, fino al matrimonio dei Fedez e Chiara Ferragni: “Il mio sarebbe molto diverso”. L'amore I capelli bianchi perfettamente cotonati, la pelle abbronzata e lo sguardo furbino di chi sa di piacere e piacersi: Massimo Giletti ha risposto a tutte le domande di Maurizio Costanzo rivelando aspetti inediti del suo carattere, rivelando che oltre l'aspetto fisico c'è di più. Il conduttore di “Non è l'Arena” è molto abbottonato sui sentimenti: “Perché ho fermato la clip su Alessandra Moretti? Mah, una coincidenza. Sono molto riservato. Se sono fidanzato? Andiamo avanti. Ho due grandi amori: la Juventus e il lavoro.  Mia madre ormai dice ‘spero che trovi una brava badante che non ti freghi i soldi'. Io tendo a dare tanto a tante donne ma in poco tempo. Storicamente è complicato superare i tre anni però non mi sento un playboy. Mi piace quando oltre la fisicità mi dicono di continuare a lottare. E poi ascolto molto le donne e sono divertente, ho sempre il sorriso. Non sono una persona serena, ma non mi cambierei”. Sul legame con Antonella Clerici ammette: “Erano anni in cui ero più calmo, è stata una bella storia”, mentre sul pettegolezzo che più l'ha ferito: “Ce ne sono tanti. Anche quando mi hanno detto che ero gay, ma non perché mi dispiacesse, mi faceva sorridere. Mi danno fastidio gli ipocriti però chi fa questo mestiere sa che deve portarsi a casa il bello e il brutto”. Il lavoro Sul mestiere, Giletti rende onore a tre grandi maestri: “Devo molto a Giovanni Minoli. Volevo far altro, non avevo questo lavoro nel DNA, ma è andato in crisi il rapporto con mio padre che mi voleva in azienda. Minoli mi aiutò a fare conduzione, Guardì mi insegnò la conduzione in piedi che è completamente diversa e Santoro è il numero uno della gestione teatrale della scena”. E su Enrico Mentana, direttore del TG La7: “L'ho conosciuto tramite Lamberto Sposini ed è stato molto generoso con me, mi ha ospitato nel suo studio per il lancio del programma. Ottimo rapporto”.  L'addio alla Rai Inevitabile toccare la ferita sempre aperta della Rai: “Mi ha dato fastidio perché non me l'hanno comunicato, l'ho letto su TvBlog che avevano chiuso il programma. Il giorno prima avevo intuito che qualcosa non andava ma mi sembrava incredibile che chiudessero un programma con oltre 4 milioni di ascoltatori con 7-8 milioni di pubblicità all'anno. Mi sembrava improbabile perché la gente pagava il canone per vedermi. E su La7 mi sono portato il nome l'Arena perché accende la dialettica fin da subito”. Costanzo fa una domanda diretta: “A chi hai dato fastidio?”. E Giletti: “Non sono io a doverlo dire. Lo deve dire il direttore generale, forse a chi pensava, sbagliando, che io alimentassi l'anti-sistema. Ma l'accusa di populismo regge poco, è l'accusa della politica che non vuole cambiare e non si accorge che il paese è diverso. Accetto le critiche, ma i 4 milioni di utenti dovevano essere rispettati e dovevano ricevere una spiegazione. Se la Rai ribussasse alla mia porta? L'ho detto a Cairo quando mi disse che aveva fatto a Floris e Gruber contratti di 5 anni: la Rai è nel mio cuore, sono cresciuto in quel palazzo. Conosco tutte le maestranze. Non so cosa succederà un domani però per la Rai ho solo profondo amore. Detto questo con Cairo sto molto bene perché ti garantisce libertà assoluta”. Anche quella di ospitare Fabrizio Corona: “Volevo provare se il fenomeno Corona funzionava anche su La7, so che è argomento divisivo e ha fatto il 15% superando Rai1. Un bis? Non è facile trovare un altro Corona”. La famiglia Tornando indietro nel tempo, si scopre che Giletti da piccolo è stato costretto a indossare il busto per anni e al suo fianco c'era sempre la madre: “Abbiamo un rapporto molto forte, è stata dura però entrare negli ospedali ti dà una sensibilità diversa”, mentre la decisione di fare il giornalista suscitò malcontento in casa: “Non avevo dimostrato una propensione per questo lavoro e mio fratello disse solo i cretini fanno televisione. Dopo che ho lasciato l'azienda sono stati anni difficili con mio padre però ad agosto quando lui era in vacanza, la mandavo avanti io. Anche nei primi anni di questo lavoro quando conducevo con Paola Perego ero sempre lì e facevo tutto perfino guidare il muletto. L'azienda fa parte di me. Ho molto rispetto per mio padre che non ha dislocato e a 90 anni lavora ancora per i suoi dipendenti. E' un uomo solo al comando. Tornare in azienda? Non si sa mai. In fondo è stata una mia sconfitta, qualcosa di irrisolto non essere lì”. Giletti si concede in modo pacato e franco a Costanzo che gli chiede del rapporto con la madre: “Provo una profonda gratitudine per lei. Mi è stata sempre vicino quando da piccolo ero in ospedale. Aspetta che la chiami per dirmi cosa l'è piaciuto o no della trasmissione, ci confrontiamo. Ringrazio i miei genitori per quello che mi hanno dato e per avermi insegnato a essere uomo e ad avere dignità”. La fede Molto toccante il capitolo fede: “Ho iniziato con mia nonna Biancamaria e mia madre che a 10 anni mi dissero ‘è ora che tu conosca gli invisibili', gli esclusi, quelli che fai finta di non vedere nella vita di tutti i giorni. Ho fatto almeno 30 viaggi a Lourdes, ti arricchisce. Gli invisibili a Lourdes sono centrali in quella settimana, nel resto dell'anno sono brutti, sporchi, emarginati. Non devi andare a Lourdes per accudirli, puoi farlo anche qua, bisogna essere capaci di portarli anche nella vita normale e non sempre ci riesco”. I social L'ultimo argomento affrontato è il rapporto con i social: “Credo che sia stata una rivoluzione, ma trovo che ci sia un'esasperazione pericolosa. Il cellulare brucia tutto a una velocità incredibile, non lo amo, si perde l'emozione di uno sguardo, di un corteggiamento. Sono preoccupato dalla voglia di essere protagonisti uccidendo gli altri sui social, c'è molta frustrazione nel plotone di esecuzione che ti spara addosso per la minima cosa. È triste e brutto. Qualche giorno fa Stefano Accorsi mangiava una pizza in Piazza San Marco e tutti contro. Ma ognuno la mangi come vuole la pizza! Ecco in quel mondo non voglio entrare, non vado nemmeno a vedere, me ne sto lontano. Il fenomeno Ferragnez? C'è un mondo che parla attraverso i social e le evoluzioni non si possono fermare, ma se un domani dovessi sposarmi lo fare in un isolotto sperduto con 10 persone in silenzio. Con gli amici veri. Quando mi sposo? (sorride, nda) difficile, era un'estremizzazione”.

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