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"Venezia 75," Italia a bocca asciutta: Leone d'oro a Roma, l'amarcord di Cuarón

Silvia Sfregola
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Era uno dei grandi favoriti e la giuria presieduta da Guillermo del Toro non ha riservato colpi di scena finali: è 'Roma' di Alfonso Cuarón il vincitore della 75esima Mostra del cinema di Venezia. L'amarcord in bianco e nero del regista e sceneggiatore premio Oscar, il suo film più personale e dai forti accenti autobiografici, ha colpito per la sua delicatezza e insieme per la sua forza. Racconta la storia di una famiglia borghese, ispirata a quella di Cuarón stesso, nella Città del Messico a cavallo tra 1970 e 1971, sullo sfondo dei forti fermenti che viveva il Paese centroamericano, culminati nel massacro del Corpus Christi, quando un gruppo paramilitare appoggiato dal governo uccise oltre persone. Al centro delle vicende una giovane domestica, Cleo, e la sua collaboratrice Adela, entrambe di origine mixteca, interpretate da Yalitza Aparicio e Nancy García, bravissime attrici non professioniste di origini native scoperte per caso in un villaggio rurale. Una vittoria anche per Netflix, che lancerà il film sulla piattaforma online a dicembre mentre in contemporanea uscirà nelle sale. L'Italia, in gara con 'Suspiria' di Luca Guadagnino, 'Capri-revolution' di Mario Martone e 'What You Gonna Do When The World's On Fire' di Roberto Minervini, non porta a casa nessuno dei riconoscimenti principali. Il Premio speciale della giuria va a 'The Nightingale' di Jennifer Kent, unica regista donna in concorso, che ha anche subito la beffa di ricevere gli insulti di uno spettatore alla presentazione del suo film. Il premio per la migliore sceneggiatura va al western ironico dei fratelli Coen 'The ballad of buster scruggs'; la Coppa Volpi per il miglior attore a Willem Dafoe, Van Gogh in 'At eternity's gate' di Julian Schnabel, e quella per la migliore attrice a Olivia Colman in 'The favourite' di Yorgos Lanthimos, altro il lizza per il Leone d'oro, che non a caso vince anche il Gran premio della giuria. Leone d'argento per la regia a Jacques Audiard per 'The sisters brothers'. Nessun riconoscimento al cinema italiano neanche nella sezione Orizzonti, dove pure c'erano 'Sulla mia pelle' di Alessio Cremonini, sul caso Cucchi, 'Un giorno all'improvviso' di Ciro d'Emilio e 'La profezia dell'armadillo' di Emanuele Scaringi, tratto dai fumetti di Zerocalcare. Il miglior film è 'Kraben Rahu (Manta Ray)' di Phuttiphong Aroonpheng. L'occasione per il riscatto sarà la 76esima edizione della Mostra del prossimo anno, che inizierà il 28 agosto, e non solo per il cinema tricolore, ma anche, si spera, per le donne, fortemente sottorappresentate al Lido, dopo che il dibattito in scia al movimento Me too è arrivato anche in Laguna.

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