Il set della discordia

Sutri imbrattata da Clooney. Il sindaco Sgarbi lo perdona

Emanuele Ricucci

Alla prima occasione di schierarsi per la sua gente, il neosindaco di Sutri Vittorio Sgarbi non si è di certo tirato indietro. A costo di andare contro la faraonica materializzazione del divo intangibile, George Clooney. Ma al sindaco Sgarbi non importa: chi rompe paga. Sutri era addobbata a guerra. Tricolori ad accarezzare i muri; manifesti della Rsi, scritte in tedesco. È “Catch 22”, serie tv, con Clooney alla regia, che ha previsto come location anche la città della Tuscia. Venerdì le riprese. Foto, sorrisi. Ciak, si gira. E poi si smonta. Ma qualcosa non è andato. Sgarbi denuncia, in una nota, che «dopo le riprese, nel centro di Sutri, l'iniziale soddisfazione per la promozione della città, si è mutata in disappunto. Infatti, si è registrata, a fronte di un modesto contributo alla città di 5000 euro, una manomissione del paese talvolta impertinente, talvolta prepotente. In particolare, lo strato di terra per ricoprire i selciati e restituire l’aspetto originario di terra battuta è stato lentamente rimosso senza particolare cura, e facendo sollevare polveri fastidiose su cittadini che sono direttamente intervenuti per contenere il danno. Credo che un uomo che ama l’Italia come Clooney avrebbe dovuto mostrare maggior cura e delicatezza». Parte la polemica. La produzione contatta il vicesindaco di Sutri e minaccia querela per quanto scritto dal sindaco, ma i testimoni giurano il vero. E poi, altro che Hollywood: coup de théâtre. Sgarbi rivendica la polemica per «il divertimento di dare un po’ di brivido alla comunicazione; ora tutti sanno che Clooney fosse a Sutri». Ma, facendo appello alla consueta civiltà e con sottile maestria, smorza i toni, e rilancia: «mi posso rendere conto che c’è stata un’esagerazione; se loro mi confermano che non hanno fatto niente di male, magari inviandomi una lettera con cui io prendo atto del fatto che sono stati educati e civili», e poi il finale a sorpresa: «potrei dare la cittadinanza onoraria di Sutri a George Clooney». Insomma, chi ha ragione o chi ha torto poco importa. Il sindaco spinto dalla cifra esigua pagata dalla produzione per l’ospitalità e dai testimoni che gli hanno riportato delle condizioni in cui ha lasciato il centro cittadino, ha reagito come reagirebbe ogni padrone di casa con ospiti indelicati, ma è pronto a fare ammenda, se la produzione è convinta di essere stata civile e garbata. «Da questo dibattito escono due cose buone sicure», afferma Sgarbi, «la prima è che si è parlato di Sutri; dalla vicenda è nato del risalto per la città che altrimenti non ci sarebbe stato; la seconda è che Clooney può diventare nostro cittadino onorario». «La parte fondamentale di un'opera è il suo finale. Perché è con quello in testa che il pubblico torna a casa», parola di Alfred Hitchcock.