Il set della discordia
Sutri imbrattata da Clooney. Il sindaco Sgarbi lo perdona
Alla prima occasione di schierarsi per la sua gente, il neosindaco di Sutri Vittorio Sgarbi non si è di certo tirato indietro. A costo di andare contro la faraonica materializzazione del divo intangibile, George Clooney. Ma al sindaco Sgarbi non importa: chi rompe paga. Sutri era addobbata a guerra. Tricolori ad accarezzare i muri; manifesti della Rsi, scritte in tedesco. È “Catch 22”, serie tv, con Clooney alla regia, che ha previsto come location anche la città della Tuscia. Venerdì le riprese. Foto, sorrisi. Ciak, si gira. E poi si smonta. Ma qualcosa non è andato. Sgarbi denuncia, in una nota, che «dopo le riprese, nel centro di Sutri, l'iniziale soddisfazione per la promozione della città, si è mutata in disappunto. Infatti, si è registrata, a fronte di un modesto contributo alla città di 5000 euro, una manomissione del paese talvolta impertinente, talvolta prepotente. In particolare, lo strato di terra per ricoprire i selciati e restituire l’aspetto originario di terra battuta è stato lentamente rimosso senza particolare cura, e facendo sollevare polveri fastidiose su cittadini che sono direttamente intervenuti per contenere il danno. Credo che un uomo che ama l’Italia come Clooney avrebbe dovuto mostrare maggior cura e delicatezza». Parte la polemica. La produzione contatta il vicesindaco di Sutri e minaccia querela per quanto scritto dal sindaco, ma i testimoni giurano il vero. E poi, altro che Hollywood: coup de théâtre. Sgarbi rivendica la polemica per «il divertimento di dare un po’ di brivido alla comunicazione; ora tutti sanno che Clooney fosse a Sutri». Ma, facendo appello alla consueta civiltà e con sottile maestria, smorza i toni, e rilancia: «mi posso rendere conto che c’è stata un’esagerazione; se loro mi confermano che non hanno fatto niente di male, magari inviandomi una lettera con cui io prendo atto del fatto che sono stati educati e civili», e poi il finale a sorpresa: «potrei dare la cittadinanza onoraria di Sutri a George Clooney». Insomma, chi ha ragione o chi ha torto poco importa. Il sindaco spinto dalla cifra esigua pagata dalla produzione per l’ospitalità e dai testimoni che gli hanno riportato delle condizioni in cui ha lasciato il centro cittadino, ha reagito come reagirebbe ogni padrone di casa con ospiti indelicati, ma è pronto a fare ammenda, se la produzione è convinta di essere stata civile e garbata. «Da questo dibattito escono due cose buone sicure», afferma Sgarbi, «la prima è che si è parlato di Sutri; dalla vicenda è nato del risalto per la città che altrimenti non ci sarebbe stato; la seconda è che Clooney può diventare nostro cittadino onorario». «La parte fondamentale di un'opera è il suo finale. Perché è con quello in testa che il pubblico torna a casa», parola di Alfred Hitchcock.