debutto in tv
"Razzi vostri" sbanca sui social, l'ex senatore tra gag e sfondoni
“Razzi vostri”, la striscia preserale condotta da Saverio Raimondo e l’ex deputato nonché ex senatore Antonio Razzi, ha debuttato lunedì sera sul Nove di Discovery Channel. I primi 10 minuti del nuovo programma sono stati quasi una puntata pilota, ma tanto è bastato per definirli una copia della parodia di Razzi fatta da Maurizio Crozza e dall’eccezionale spalla Andrea Zalone nel one man show “Crozza delle Meraviglie” e “Fratelli di Crozza”. Dall’imitazione alla realtà, andata e ritorno. Ma la caricatura è da preferire alla veridicità grottesca del politico abruzzese (Forza Italia non ha voluto più candidarlo alle elezioni politiche 2018) famigerato per le sue gaffe. “Razzi vostri”, con evidente allusione all’audio rubato di Razzi qualche anno fa in cui invitava un collega a farsi “i c***i suoi” sul governo, si è aperto con un monologo politicamente scorretto su politici e immigrati da parte del bravo “spin doctor” Saverio Raimondo posizionato dietro lo scranno “istituzionale” del programma. La conclusione del discorso è stata: “Dobbiamo rivalutare il meno peggio, il senatore Antonio Razzi. Siate buoni, ha un mutuo da pagare, anzi ne abbiamo due”. Poi un ping-pong di battute, ma il registro è abbastanza scontato: Razzi fa il Razzi, vuole piacere a casa, ma è un po’ legato e molto recitato, meglio Saverio Raimondo. Si gioca sui cognomi storpiati (“Presidente Conti”, “No Conte”, “Ah Conte” dice il politico con l’aria di chi non lo conosce come gran parte degli italiani), sulla pronuncia dei termini stranieri e sulla lettura di un almanacco vero e proprio con il Santo in questione che “morì martire ammazzato”. Ogni sera, a seconda dei fatti del giorno, potrebbero esserci pagine diverse. Finito il botta e risposta, la scena si sposta in un salottino. “Come siamo messi a congiuntivo?” dice lo spindoctor e l’altro: “Bene… no, non è vero, non lo so… per questo ho preso te”. A giudicare dalla gag, le lezioni saranno lunghe e infruttuose. Fra una perla e l’altra (gli sfondoni per le prossime puntate sono garantiti), Razzi mostra un libro dal titolo eloquente: “Se non sai, sallo”. Sui social è già un bestseller. Il politico riferisce di una ricerca sugli struzzi che dopo anni di osservazioni ha stabilito l’infondatezza della testa nascosta sotto la sabbia. Cosa vuol dire? Che il popolo italiano non deve credere alle fake news. Lo spettacolo fa oscillare lo spettatore tra un sentimento di incredulità e uno di inutilità. Almeno fino a quando Razzi lancia il messaggio da statista: “A cattivo lavoratore, ogni zappa fa dolore”. Il sorriso amaro si è trasformato in sconforto.