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Venezia, il Padiglione Guatemala è tra le mete più visitate della Biennale di Architettura 2018

A.Aleman, G.Pemueller, V.Cohen, A.Paredes (collettivo UR Project), Torre di Babele partic

Pubblico e critica concordi nell'apprezzare la mostra “Stigma” aperta fino al 25 Novembre

Silvia Sfregola
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Tra gli appuntamenti da non perdere in questa Biennale di Venezia Architettura sicuramente c'è il Padiglione Guatemala connotato da una marcata "ideologia", lontano da una logica capitalista e funzionalista. Curato da Stefania Pieralice e Daniele Radini Tedeschi (nella foto) e diretto dal Ministro della Cultura José Luis Chea Urruela, il Padiglione è ospitato nello storico Palazzo Albrizzi Capello in Cannaregio. L'approccio dell'esposizione è finalizzato, secondo i suoi realizzatori, all'affermazione di un'edilizia di stampo sociale, attenta alle esigenze abitative della collettività ma anche al potere estetico e politico delle forme. "L'edilizia - afferma il dottor Radini Tedeschi - ha una responsabilità quando diventa urbanistica e pertanto deve diventare un condensatore sociale poiché la comunità inserita in un preciso oggetto architettonico può condizionare il comportamento collettivo” mentre, dal punto di vista estetico, la dottoressa Pieralice ha sottolineato il dualismo tra "la leggerezza compositiva di taluni modelli che diventa aereodinamica nella propria virtualità e la solidità strutturale di altri simboleggiante la grandezza dei popoli". Proprio in questa profonda e sobria fisionomia risiede l'apprezzamento di critica e di pubblico che sta riscuotendo il Padiglione, tra l'altro new entry in questa edizione della Biennale. Gli espositori invitati sono Regina Dávila, Adriana P.Meyer, Marco Manzo, Studio Doumus, Elsie Wunderlich e il collettivo "Ur Project" (composto da Ana Aleman, Aldo Basili, Carlo Caldara&Federica Kluzer, Victor J.Cohen, Tina Marzo, Axel Paredes, Guillermo Pemueller, Lucia Tomasi).

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