Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

L'Italia torna a Cannes: Garrone e Rohrwacher in gara

Tornano Godard, Lee e il dissidente Panahi

Silvia Sfregola
  • a
  • a
  • a

Si preannuncia un'edizione politica la 71esima del Festival di Cannes, che animerà la Croisette dall'8 al 19 maggio. Più che sulle star, che pure non mancheranno, i riflettori saranno sui temi, e c'è spazio anche per il cinema tricolore. "Euphoria" di Valeria Golino, con Riccardo Scamarcio e Valerio Mastandrea, è stato selezionato per la sezione "Un certain regard", mentre "Dogman" di Matteo Garrone, con Marcello Fonte ed Edoardo Pesce, e "Lazzaro Felice" di Alice Rohrwacher, con la sorella Alba e Nicoletta Braschi, sono stati selezionati per la competizione ufficiale. "Tre modi totalmente diversi di fare cinema, tre personalità forti, tre bellissimi film italiani in gara con i cineasti più grandi del mondo", la soddisfazione dell'amministratore delegato di Rai Cinema, Paolo Del Brocco, per le tre pellicole distribuita da 01 Distribution. I film in gara per la Palma d'oro sono 18. Al momento, ha precisato il direttore Thierry Fremaux, perchè alcune aggiunte dell'ultimo minuto sono possibili, e l'Italia spera che tra queste possa rientrare 'Loro', l'attesissimo film di Paolo Sorrentino su Berlusconi che uscirà in due parti, il 24 aprile e il 10 maggio, a festival in corso. Intanto, edizione di grandi ritorni, con Jean-Luc Godard, leggendario regista della Nouvelle vague, che a 87 anni sarà per la settima volta a Cannes per presentare "Le Livre d'Image". Spike Lee, invece, a 27 anni dalla sua ultima partecipazione al festival con "Jungle Fever" (1991) porta "BlacKKKlansman", storia vera di un poliziotto afro-americano infiltrato tra i membri del Ku Klux Klan nel 1978. Edizione politica, appunto, con il regista dissidente iraniano Jafar Panahi, selezionato con 'Three Faces'. Le autorità di Teheran "riceveranno una lettera da parte nostra e delle autorità francesi per permettere a Panahi di lasciare il Paese, per presentare il suo lavoro e poi ritornare", ha detto il patron del Festival. Il regista, a cui è vietato lavorare in Iran, è stato incoronato nel 2015 con l'Orso d'oro a Berlino per "Taxi Teheran", girato all'interno di un taxi, ed è uno dei più influenti della "nouvelle vague iraniana". In concorso c'è anche il regista russo Kirill Serebrennikov, invitato a presentare sulla Croisette il suo film "Leto" anche se è agli arresti domiciliari a Mosca. Direttore artistico del Gogol Center, teatro contemporaneo di Mosca, Kirill Serebrennikov è accusato di appropriazione indebita di fondi pubblici, che ha denunciato come "assurda", ricevendo il sostegno di molte personalità artistiche russe e straniere. In un anno in cui l'industria cinematografica è stata dominata dallo scandalo Weinstein e dal movimento #MeToo, solo tre le registe donne in gara: oltra ad Alice Rohrwacher, la libanese Nadine Labaki con "Capernaum" e la francese Eva Husson con "Girls of the Sun". C'è da dire, però, che la giuria che assegnerà la Palma d'oro sarà guidata dall'attrice australiana Cate Blanchett. Da segnalare, tra le proiezioni speciali, il documentario "Pope Francis: A Man of His Word" di Wim Wenders, e un grande assente, Netflix. Il colosso dello streaming ha annunciato la sua assenza, in polemica con la regola della kermesse che i film debbano uscire in sala, facendo venir meno quattro film che si diceva potessero competere per la Palma d'oro, incluso l'atteso "Norway" di Paul Greengrass sul massacro di Utoya del 2010. Tra impegno e veleni, non mancheranno comunque le star: sul red carpet sono attesi Penelope Cruz e Xavier Bardem, protagonisti di "Todos lo saben" di Asghar Farhadi, e Marion Cotillard e Andrew Garfield per "Angel face" di Vanessa Filho, presentato nella sezione "Un certain regard".

Dai blog