David di Donatello 2018, Steven Spielberg fa il mattatore ricordando Fellini
"Ammore e Malavita" miglior film. Il miglior regista è Jonas Carpignano
È stata un'edizione dedicata alle donne questa 62ma dei David di Donatello 2018. Nell'anno di #MeToo non sono solo le attrici americane a schierarsi contro le molestie sulle donne e a favore della parità di genere: il red carpet ha visto attori e attrici del panorama italiano sfilare con la spilla di "Dissenso comune", il manifesto contro le molestie e la discriminazione delle donne sul lavoro, firmato da 124 attrici e operatrici del mondo dello spettacolo, il primo febbraio scorso. Ma non solo. L'edizione, condotta su Rai 1 da Carlo Conti, inizia con un palco tutto "rosa": le principali attrici candidate agli "Oscar italian" - capitanate da Paola Cortellesi - hanno dato il via alla serata con una sentita riflessione sulle violenze sulle donne. E il gentil sesso diventa da quel momento protagonista assoluto della serata. "Ringrazio le donne perché senza donne non ci sono le storie", sono state le parole di Donato Carrisi al momento di ritirare il premio come Miglior regista esordiente per "La ragazza nella nebbia". Steven Spielberg, quando riceve il premio alla carriera, ci tiene a citare Lina Wertmüller tra gli artisti che lo hanno ispirato: "Nel 1977 è stata la prima donna candidata all'Oscar come migliore regista". "La regia è femmina", urla Anselma Dell'Olio ritirando il premio per il miglior documentario. E ancora, sono donne le uniche cantanti a esibirsi nel corso della serata: Giorgia, Malika Ayane e Carmen Consoli e sono rosa i migliori discorsi di ringraziamento. Come quello di Jasmine Trinca che chiama "sorelle" le altre attrici candidate e dice che va a loro il suo primo pensiero al momento di ritirare il premio come miglior attrice protagonista, il primo vinto dopo sette candidature. Poi ricorda: "Quando ero piccola il maestro di recitazione mi faceva interpretare il lupo anziché cappuccetto rosso e mi chiedevo perché. "Perché tu sei tutto", mi disse una volta. E questa cosa non l'ho mai dimenticata. Ringrazio mia madre per il suo modello di donna non stereotipata. Un esempio che spero segua anche mia figlia". E proprio alla sua piccola Elsa dà un consiglio, che potrebbe essere indirizzato a tutte le donne: "Sii forte, libera e coraggiosa". È stata un'edizione senza un vincitore assoluto: i premi sono stati assegnati un po' a tutti i film candidati. Oltre a Jasmine Trinca che ha vinto per 'Fortunata', gli altri attori vincitori sono Claudia Gerini come miglior attrice non protagonista per "Ammore e malavita", Giuliano Montaldo come miglior attore non protagonista per "Tutto quello che vuoi" e Renato Carpentieri come miglior attore protagonista per "La tenerezza". La regia è andata a Jonas Carpignano per "A Ciambra", il miglior produttore a Mad Entertainment per "Gatta Cenerentola". Miglior film "Ammore e Malavita" dei Manetti Bros. Ma il mattatore della serata è stato Steven Spielberg. Il regista ha ricevuto il premio alla carriera e ribadito il suo amore e il suo debito nei confronti del cinema italiano con cui è cresciuto da spettatore e poi si è ispirato da regista. Dopo aver consegnato il David per il miglior regista esordiente allo scrittore Donato Carrisi per il film che ha diretto tratto dal suo libro "La ragazza nella nebbia", il cineasta americano ha raccontato un aneddoto e spiegato come Federico Fellini gli abbia dato uno dei consigli più importanti per la sua carriera. "La mia prima visita a Roma è stata nel 1971. Ero quasi all'inizio della mia carriera - racconta - ed ero qui dopo aver realizzato un film per la tv Usa che poi sarebbe uscito al cinema col titolo "Duel". Mi sono addormentato in albergo quando mi ha svegliato il consierge dicendomi che c'era una visita importante per me. Scesi e trovai ad attendermi Federico Fellini - ricorda - Allora ero molto giovane ma Fellini aveva visto "Duel" ad una proiezione la sera prima ed era venuto a dirmi quanto gli fosse piaciuta. Mi portò a fare una passeggiata e io vidi Roma attraverso gli occhi di Fellini. Alla fine della giornata mi riaccompagnò in albergo, Poi - continua Spielberg - sapendo che dovevo incontrare la stampa mi volle dare un consiglio. Mi disse: non dare mai due volte la stessa risposta alla stessa domanda. Mi ha detto: è sempre importante intrattenere il pubblico, ma è ancora più importante intrattenere te stesso. Mi stava dicendo che per conquistare il pubblico, bisogna prima di tutto essere il pubblico. Quel suo consiglio non l'ho mai dimenticato e molti dei miei film hanno preso questo consiglio alla lettera. Nel mio ufficio - conclude - da 45 anni ho la foto scattata con Fellini quel giorno».