Antonia Klugmann al posto di Carlo Cracco, la cuoca alternativa riapre la cucina di MasterChef
Con lei anche Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Joe Bastianich
Questa sera ricomincia Masterchef Italia, in onda su SkyUno. La grande novità è Antonia Klugmann, 38 anni, che prenderà il posto dell'elegante Carlo Cracco, giudice fin dalla prima edizione. Lo chef ha deciso di dedicare più tempo alla cucina per recuperare la stella persa. La Klugmann affiancherà Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Joe Bastianich. Ma inserirsi in un mondo di uomini non è stata impresa semplice come ha rivelato al settimanale “Oggi”. Antonia Klugmann gestisce l'Argine, un ristorante di 15 coperti con una stella Michelin, a Vencò, frazione di Dolegna del Collio, in Friuli: “che choc rivedermi in tv, le prime due settimane sono state complesse per usare un eufemismo. Tutta agghindata mi facevo impressione e poi non mi ero accorta di essere così tanto in sovrappeso. Non sembro in sovrappeso? Beh, perché da giugno, cioè da quando abbiamo iniziato a girare ho perso 15 kg, sono passata dalla taglia 48 alla 42. Ho fatto jogging, cammino per 6 km tre volte a settimana. Il mio compagno (il sommelier Romano De Feo, ndr) era incredulo”. Masterchef le ha regalato una seconda giovinezza: ha rispolverato il suo lato femminile, tacchi e ombretti. Alla domanda su come l'hanno accolta, la Klugmann non usa rasi di circostanza: “Inserirsi non è stato semplice anche perché ho dovuto far vedere subito chi sono, non c'era tempo per integrarsi. Il più difficile da conquistare è stato Bastianich, è cortese ma mantiene le distanze. Col tempo è nato un grande feeling. Battute maschiliste? Sì per gioco da Antonino, da tipico uomo del sud. Gli ho fatto capire che non mi stava bene”. Il viso è dolce e simpatico, il carattere è più spigoloso: “Di sicuro non sono la più buona fra i giudici, se Joe è diretto, io tendo a essere brutale, specie con chi non ascolta. Sotto l'effetto dell'adrenalina urla di tutto, minacce di morte comprese”. La Klugmann spera di aver fatto capire che “sotto l'immagine patinata c'è un mondo duro, senza finestre e con temperature che arrivano a 45°. Per le donne è ancora peggio: vorrei un figlio, ma gestire pancione e cucina è un'impresa specie in Italia. Questo non è un paese per femmine”.