Un percorso digitale per la Collezione permanente della Fondazione Roma
A Palazzo Sciarra si è tenuta la conferenza di presentazione del percorso digitale realizzato dalla Fondazione Roma per scoprire, attraverso le nuove tecnologie digitali, le opere che fanno parte della Collezione permanente e che sono custodite all'interno degli spazi museali del Palazzo, percorso grazie al quale la Fondazione Roma si pone all'avanguardia nel settore. Infatti, non risulta che in Italia vi siano musei contenenti opere d'arte così significative di un percorso artistico che dal ‘400 arriva fino ad oggi, dotati di strumenti informatici che consentano la visione delle opere nel dettaglio e che permettano di conoscerne il contenuto e la storia. Le opere custodite all'interno del Palazzo spaziano, come detto, dal Quattrocento ai nostri giorni e sono suddivise in 2 spazi espositivi seguendo un percorso cronologico e tematico. Troviamo artisti del calibro di Silvestro Dell'Aquila con “La Madonna Lignea”; Nicolas Regnier con “Giovanni Battista”; ma anche Pietro Da Cortona; Giovanni Paolo Panini; Jan Frans Van Bloemen; fino a Lucio Fontana; Mimmo Paladino; Sandro Chia, Emilio Tadini, Franco Angeli, Tano Festa, Piero D'Orazio, Ugo Nespolo, Enrico Baj, Roberto Crippa, Gianni Dova, Pablo Echaurren, Roberto Ferri, Alessandro Kokocinski e altri. La presenza costante nel tempo della Fondazione Roma a sostegno del settore culturale, seppur non prevalente, a dispetto di quanto si possa pensare se si considera la visibilità sui media, essendo essa concentrata sulle grandi emergenze del Paese, salute, ricerca scientifica, aiuto ai meno fortunati, trae ispirazione dalla profonda convinzione del Presidente, Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, che il linguaggio dell'arte sia lo strumento più incisivo di comunicazione, e di confronto, atto a consentire il dialogo tra le diverse classi sociali di un Paese e, in prospettiva, anche tra etnie diverse e tra diverse identità religiose, come ha ribadito nel corso del suo intervento introduttivo. Da ciò, egli ha fatto scaturire l'iniziativa di creare nel 1999 quello che si chiama “Museo del Corso”, nonché quella di raccogliere ed incrementare la Collezione d'arte della Fondazione, che ora comprende, come detto, opere che vanno dal Quattrocento fino agli artisti contemporanei. Colui che si rivolge ad un'organizzazione culturale non si configura più solo come un utente-spettatore, ma ricerca forme più profonde di coinvolgimento intellettuale, in cui egli possa divenire attore propositivo. Ciò comporta la ricerca di modelli aggiornati d'interrelazione tra arte e fruitore, fondamentalmente basati sul maggior coinvolgimento dell'utente e su una migliore offerta. Col nuovo sistema di touch screen che viene oggi inaugurato, e che si fonda su una piattaforma tecnologica tra le più innovative sul mercato, la Fondazione Roma intende rispondere alle più ricercate ed ambiziose esigenze del visitatore e, al contempo, valorizzare l'importante raccolta di opere d'arte presenti nella sua Collezione. “Oggi si è realizzato uno dei miei sogni, – spiega il Presidente Emanuele – quello, cioè, di dare valore alla cultura e alle opere d'arte come mezzo di confronto e di dialogo contro ogni steccato nella società. L'individuo che viene a visitare la Collezione può ora fruire in senso completo dell'opera, per arrivare a capire da chi è stata realizzata, quando, perché e cosa voleva comunicare con essa, com'è stata interpretata dalla critica nel tempo, mettendo insieme una serie d'informazioni multidisciplinari attraverso le nuove tecnologie digitali.” Con questa applicazione, gli spazi espositivi della Fondazione Roma si pongono all'avanguardia nella Città di Roma, piena di musei bellissimi, ma che spesso sono difficilmente fruibili in senso integrale ed approfondito. Il Presidente ha poi manifestato il proprio desiderio di dare ulteriore impulso alla digitalizzazione del sistema informativo al servizio della Collezione d'arte, attraverso la possibilità per il visitatore di scaricare sul proprio smartphone un'app, che metta a sua disposizione tutta la documentazione ed i contenuti culturalmente apprezzabili disponibili in rete, comprensivi dei contributi dei critici d'arte e dei curatori, a completamento della ricerca storica, artistica, critica, iconografica. Il nuovo percorso museale offre al visitatore uno sguardo più profondo e completo delle oltre 300 opere della Collezione permanente, attraverso l'utilizzo di totem, installati nelle sale espositive, con cui è possibile “toccare con mano”, e mai espressione è stata più appropriata, l'arte attraverso oltre cinque secoli, ricavandone emozioni uniche ed una conoscenza dettagliata di ogni opera esposta. Infatti, il visitatore può liberamente scegliere di visualizzare le immagini delle opere, “navigare” per cogliere particolari dettagli, sfogliare schede tecniche associate, realizzando, in tal modo, un'esperienza unica e del tutto personale. La tecnologia digitale viene, quindi, posta al servizio del patrimonio culturale che s'intende valorizzare, ed il visitatore diviene così protagonista e parte integrante dell'operazione culturale. “Questo è solo l'inizio di un percorso che prevede, oltre a quanto già realizzato, di utilizzare i sistemi di realtà aumentata e realtà virtuale per rendere più fruibile il patrimonio culturale italiano ad un numero sempre maggiore di visitatori.” Ha dichiarato Roberto Diacetti, Presidente Eur Spa e AD di Eur Tel, società che ha coadiuvato lo sviluppo tecnico dei nuovi impianti. Dopo il saluto dell'Ing. Uriele Silvestri che ha ringraziato la Fondazione Roma per aver offerto spazi magistrali per sperimentare le nuove tecnologie digitali al servizio della più completa fruibilità dell'arte, primo passo di un percorso più ambizioso, l'Ing. Roberto Cianfriglia, Responsabile Commerciale & Marketing di Eur Tel., ha sottolineato che “La strada per arrivare è stata già tracciata, realizzando una piattaforma tecnologica pronta ad accogliere contributi provenienti da diversi settori tecnici, sociali ed artistici in una dimensione multidisciplinare. “Pertanto, riteniamo che questo sia lo strumento necessario per rendere maggiormente appetibile l'offerta dell'immenso patrimonio culturale del nostro Paese, che risulta ancora sconosciuto ai più”.