Teatro Palladium, Roma Tre Orchestra alza il sipario
Ormai l'Orchestra dell'Ateneo Roma Tre - una delle poche orchestre universitarie in Italia – ha ampiamente superato i dieci anni di vita: e con buona salute inaugura il 30 ottobre, con un imponente concerto al Teatro Palladium di piazza Bartolomeo Romano, la nuova stagione musicale 2017-18. L'istituzione, presieduta dal professor Robero Pujia, è sotto la direzione artistica di Valerio Vicari, e l'Orchestra, che ha visto succedersi vari direttori, dal M° Mianiti all'attuale Luigi Piovano, ha diverse collaborazioni, specie negli Usa per la musica americana del Novecento. Il direttore poi che guiderà la Roma Tre Orchestra, il nipponico Hideaki Hirai, ha diretto da poco a S. Giovanni dei Fiorentini il Concerto dell'Amicizia per i 150 anni di rapporti diplomatici Italia-Giappone, ed ora si accinge ad un compito artistico di grande responsabilità. La serata musicale odierna infatti inizierà col molto amato “Concerto per pianoforte e orchestra n.1 op.25” (1838) di Felix Mendelssohn, che con le sue squisite e romantiche melodie conquista l'animo di chiunque. Pianista sarà Ivan Donchev. Poi... il gigante di Bonn, Ludwig van Beethoven, calerà i suoi assi. Il direttore nipponico dirigerà la Roma Tre Orchestra nella celeberrima Nona Sinfonia del massimo compositore tedesco, più precisamente la “Sinfonia n.9 in re minore op.125 per soli, coro e orchestra”, risalente al 1822-24, ed eseguita a Vienna in quell'ultimo anno, ma senza la direzione di Beethoven ormai del tutto sordo, capace tuttavia di “sentire la musica con l'anima”. L'imponenza, la lunghezza, l'apertura alle voci (cosa inusitrata sino ad allora per una sinfonia), hanno fatto di essa un capolavoro universale, tanto che l'Inno dell'Unione Europèa nel 1972 ha fatto suo all'unanimità il tema musicale dell'Inno alla Gioia, che - su testo di Schiller - Beethoven aveva immesso nella sua Sinfonia. Cantato dal Coro, esso divenne espressione della fraternità universale, nella quale il compositore, cresciuto nello spirito dell'Illuminismo, credeva fermamente. Nel 2002 infine, l'intero spartito originale della Nona Sinfonia di Beethoven fu dichiarato Memoria del Mondo dall'UNESCO. Essa raccoglie le estreme idee etiche ed estetiche del Maestro, nei quattro articolatissimi movimenti che la compongono: lo scontro eroico fra due temi musicali egualmente forti, lo spirito contemplativo dinanzi al Bello della natura, ed infine nell'ultimo movimento, impostato sul coro e sulle voci soliste, si innalza l'ode all'alto ideale della fratellanza degli uomini, la cui sacralità è sancita da un movimento fugato interno al IV movimento. Le voci soliste nel concerto sono quella del soprano Marcella Orsatti, del contralto Francesca Ascioti, del tenore Romolo Tisano, del basso Sergio Foresti.