CINEMA
Addio a Umberto Lenzi, regista cult e "padre" de Er Monnezza
Addio a Umberto Lenzi: il regista protagonista del cinema italiano degli anni '70 è morto a 86 anni. Regista e sceneggiatore, fu lui a cucire addosso a Tomas Milian il personaggio di Er Monnezza, poi portato avanti da Bruno Corbucci dopo la rottura del sodalizio tra il regista e l'attore di origine cubana. Nato a Massa Marittima (Grosseto) il 6 agosto del 1931, viveva da tempo a Ostia dopo la morte della moglie, l'attrice Olga Pehar. Negli ultimi tempi era ospite della casa di riposo Villa Verde per poi essere ricoverato all'ospedale Grassi di Ostia dove è deceduto. Lenzi raggiunse la fama grazie al "giallo all'italiana", ai cosiddetti poliziotteschi, ma ha esplorato orgogliosamente un gran numero di generi dal film di guerra al thriller erotico fino al discusso filone dei film sul cannibalismo". Fra i suoi lavori più celebri "Milano odia: la polizia non può sparare", "Roma a mano armata", "Napoli violenta", "Orgasmo", ""Attentato ai tre grandi", "Kriminal" e tanti altri, mentre negli ultimi anni si era dedicato alla scrittura di romanzi gialli ambientati spesso nel mondo del cinema. Non amato dalla critica, negli anni è stato considerato un regista di culto. Quentin Tarantino non ha mai lesinato apprezzamenti per le opere di Lenzi definendolo più volte decisivo nella sua visione di cinema. Poliziotti, dive sexy e cannibali Tra i più grandi esponenti del "poliziottesco" all'italiana, Lenziesordì dietro la macchina da presa nel 1956 con il cortometraggio "I ragazzi di Trastevere", per poi realizzare nel corso della carriera 65 film (per cinema e tv). Dopo un primo decennio in cui si dedica a film avventurosi, cappa e spada, di matrice salgariana, peplum e fanta-spionistici, dal 1969 (con "Orgasmo") dà il via alla lunga produzione di gialli-sexy, sottogenere che deve la sua paternità proprio allo stesso Lenzi. Seguiranno, tra gli altri, "Così dolce… così perversa" e "Paranoia", tutti interpretati da Carroll Baker. Negli anni '70 la svolta: alternando thriller e poliziotteschi, il regista toscano firma alcuni tra i film più apprezzati dai cultori del genere. Da "Milano odia: la polizia non può sparare" (1974) a "Napoli violenta" (1976), passando per "Roma a mano armata" (1976) e "Il cinico, l'infame e il violento" (1977), Lenzi crea un duraturo legame artistico con Tomas Milian e contribuisce a lanciare Maurizio Merli, sempre impegnato nel ruolo del commissario duro e incorruttibile. Proprio con Milian, Lenzi inventa il personaggio de Er Monnezza (presente ne "Il trucido e lo sbirro" e "La banda del gobbo", rispettivamente del 1976 e 1977, poi le loro strade si divisero senza mai incontrarsi di nuovo), mentre nel 1980, con "Mangiati vivi!", il regista torna ad esplorare l'altra tematica che ne contraddistinse la carriera, quella del cannibalismo, già affrontata nel 1972 con "Il paese del sesso selvaggio". Il più estremo rimane senza dubbio "Cannibal Ferox", del 1981, film tra i più censurati al mondo.. Le ultime opere Attivo, dietro la macchina da presa, fino al 1992 ("Hornsby" e "Rodriguez - Sfida criminale") e venerato da sempre da Quentin Tarantino, Umberto Lenzi negli ultimi anni ha intensificato la sua produzione letteraria, firmando molti romanzi gialli, partendo da "Delitti a Cinecittà" (Coniglio Editore, 2008) per arrivare fino al più recente, "Cuore criminale", pubblicato nel 2015 con Golem.