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Carlo Verdone: "Roma era una grande città. Servirebbe un sindaco con le palle che ora non c'è"

Giulia Bianconi
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"Girare a Roma è diventata una fatica improba. Occupare il suolo pubblico ha costi spaventosi, burocraticamente è tutto complicato e i negozianti fanno del loro meglio per mandarci via. Mi auguro di fare il prossimo film da un'altra parte. Se andiamo avanti così, nessuno vorrà ancora girare a Roma”. Carlo Verdone si sfoga dal set del suo ultimo lavoro da regista e protagonista, “Benedetta follia”, pensando alla sua amata Capitale. Ormai non tanto più amata, visto che è costretto a girare all'alba per renderla più bella. “Il Pantheon è diventato un suk. Ci svegliamo alle 5 per mostrare una città decente”. Da romano doc, Verdone non nasconde il suo sconforto: “Sono triste. Questa era una grande città. Ci vorrà molto tempo perché torni a esserlo e qualcuno con le palle quadrate che adesso non c'è. Servono i migliori, una schiera di persone che vogliono il bene comune di questo luogo. Non si deve più sbagliare. E vale per tutti, non solo per i Cinque Stelle”.

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