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A Capannelle tutta l'energia dei Red Hot Chili Peppers

Tiziano Carmellini
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Due ore abbondanti di ottimo rock, picchiando come fabbri, nella platea sold out di Capannelle che ha ospitato trentacinquemila persone. I Red Hot Chili Peppers come sempre non si sono risparmiati per quello che potrebbe essere stato l'ultimo concerto romano della loro storia viste le voci di imminente scioglimento. Quando Anthony Kiedis & Co. hanno iniziato a twittare la volontà di dedicarsi in futuro molto prossimo solo alle rispettive famiglie, un brivido è corso sulla schiena dei milioni di fan che ne hanno fatto nel corso degli anni un punto di riferimento musicale e non solo. Intanto a Rock in Roma ieri sera la band californiana (che stasera replica a Milano seconda e ultima data italiana del tour) ci è andata giù pesante: rock vero come sempre alternato alle ruvide melodie che li hanno resi celebri. Duetti ormai noti per i fan degli RHCP con quel basso-chitarra che ha innescato i pezzi più famosi e mandato letteralmente in delirio il parterre di Capannelle quando hanno introdotto l'immancabile Californication. Ma non solo cose, anche un inaspettato omaggio a Mina e pezzi del nuovo album nel quale Josh Klinghoffer si è scatenato alla chitarra: un'ira di Dio dal vivo in grado di dimostrare, a chi non ne fosse ancora convinto, che la musica dal vivo è tutta un'alta cosa. Soprattutto quando le band, meglio se collaudate come i Red Hot, suonano per davvero come hanno fatto ieri sera a Roma in Rock: una serata davvero memorabile. 

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