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Concertone tra musica e polemiche. Lo Stato Sociale prende a "pallonate" il ministro Poletti

Davide Di Santo
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I grandi assenti dal concertone del Primo Maggio sono i sindacati. Presenti, ma solo sotto il palco dopo una mattinata trascorsa a Portella della Ginestra per il 70° anniversario dalla strage dei lavoratori. Sul palco domina la musica e non solo. Al centro di questa edizione ci sono le persone con le loro "piccole storie di lavoro" raccontate da alcuni protagonisti simbolici - il pompiere di Amatrice, il primo avvocato africano del foro di Milano, il disabile che ha trovato lavoro - ma anche dai testi dei brani cantati, quasi tutti indie-pop. Anche la platea è poco politicizzata rispetto ad altri anni: si contano sulle dita di una mano le bandiere rosse, mentre a partire dalle 20,30 la piazza si colora degli ombrelli aperti per la prima pioggia. "Non vogliamo dimenticare Portella della Ginestra, dove 70 anni fa 11 persone vennero uccise perché manifestavano per i propri diritti. Non vogliamo dimenticare le mondine, che tra le prime lottarono per un salario più equo e dignitoso. Non vogliamo dimenticare i lavoratori delle fabbriche, che ottennero le 40 ore lavorative e il sabato di riposo; non vogliamo dimenticare i giovani che lottano perché il precariato non sia una condizione immutabile; non vogliamo dimenticare la luce accesa sul caporalato; non vogliamo dimenticare chi oggi è qui con il diritto di lottare e il dovere di fare di questo Paese un Paese migliore", ricorda la presentatrice Camila Raznovich, al suo secondo concertone, accompagnata quest'anno dal rapper Clementino.  Musica indie, è vero, ma non mancano i vecchi riti del concertone. Alle  quattro del pomeriggio risuonano le note di 'O bella ciao' riprodotta dal violino di Ara Malikian. Viene reso omaggio anche a Pino Daniele, Fausto Mesolella e Rino Zurzolo, ricordati da Teresa De Sio - che canta 'O scarrafone' e 'Je so pazzo' - e da Rocco Hunt, anche loro saliti sul palco insieme a Marina Rei, Ladri di carrozzelle e Vasco Brondi con Le luci della centrale elettrica. La platea si riempie e si scalda man mano che procedono le ore e ci si avvicina al momento dei 'big': Edoardo Bennato, Francesco Gabbani, Brunori Sas e Planet Funk.  Sul palco di piazza San Giovanni non mancano sprazzi di politica. C'è un riconoscimento esplicito al "passo avanti" compiuto dal governo - mai citato - con la legge sul caporalato. A dirlo è Mohammed, 28 anni, emigrato quattro anni fa dall'Egitto e oggi collabora con i sindacati per aiutare i lavoratori stranieri. Ma è la band bolognese Lo stato sociale a sparigliare le carte, attaccando prima il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e dopo il segretario della Lega Matteo Salvini. "Fate come dice il ministro Poletti: mettete dei curriculum nei vostri palloni", dice il cantante della band e sul palco compaiono palloni da calcio insieme a palle gonfiabili con le scritte 'chef', 'ricercatore', 'artista'. Contro il segretario della Lega il gruppo ci va più pesante: "Se è vero, come ha detto Salvini, che da una coppia omosessuale non può che nascere un bambino con handicap, è anche vero che da una coppia eterosessuale è nato Matteo Salvini". Anche il vincitore di Sanremo 2017 non risparmia una considerazione sul problema dell'occupazione. "Non mi va di fare troppi discorsi per non risultare fuori luogo, ma insomma qualcuno ci deve dare questo diritto al lavoro. Noi però dobbiamo metterci la cosa fondamentale: la voglia", dice Francesco Gabbani sul palco prima di cantare Occidentali's Karma. Di "lavoro per il pane ma anche lavoro per se stessi" parla invece un ironico Brunori Sas che avverte il pubblico: "Non prendete mai sul serio i cantanti, non dicono mai la verità". Ad arricchire questa edizione del concertone anche le vignette omaggio di Altan, critico come sempre nei confronti del Jobs Act.  Misure di sicurezza speciali hanno caratterizzato questa edizione. Due giovani mischiati tra il pubblico sono stati fermati da agenti in borghese. Uno dei due è stato ammanettato, entrambi sono stati accompagnati fuori dall'area del concerto. Vietato entrare con le bottiglie di vetro nell'area del concerto, ma soltanto da alcuni ingressi. Da quello principale facevano travasare le birre dalle bottiglie di vetro a quelle di plastica, ma dall'entrata del battistero di San Giovanni invece era permesso di entrare con le birre in bottiglia.

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