LUTTO NEL CINEMA
Addio a Pasquale Squitieri, regista controcorrente
Pasquale Squitieri, regista, sceneggiatore e uomo politico, all'età di 79 anni. Lottava da due anni contro un cancro ai polmoni. Nato a Napoli nel 1938, era stato a lungo legato con l'attrice Claudia Cardinale. Il regista si è spento questa mattina circondato dall'affetto dei suoi cari all'ospedale Villa San Pietro di Roma. A dare notizia del decesso il fratello Nicola, la seconda moglie, l'attrice Ottavia Fusco, sposata nel 2013, la figlia Claudia. La carriera Cinquant'anni di cinema per Squitieri. Anni di grandi film, ma anche di provocazioni, di polemiche, di scontri sempre sul filo della vis polemica e dello sberleffo. Il debutto come regista e sceneggiatore è segnato con Io e Dio (1969), prodotto da Vittorio De Sica e, sulla falsariga di registi come Sergio Leone si dedicherà brevemente al genere spaghetti western con Django sfida Sartana (1970) e La vendetta è un piatto che si serve freddo (1971), entrambi da lui firmate con lo pseudonimo William Redford. Cinema e attualità In seguito, Squitieri abbandona il suo nome d'arte e si occupa di tematiche più attuali e realtà allora poco raccontate della società italiana. Pellicole come L'ambizioso (1975), Il prefetto di ferro (1977) e Corleone (1978) riguardano i contatti tra mafia e politica; Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene (1973) e Atto di dolore (1990) hanno come tema principale la droga; Gli invisibili (1988) il terrorismo; L'avvocato de Gregorio (2003) le cosiddette "morti bianche"; Razza selvaggia (1980) e Il colore dell'odio (1989) l'argomento dell'immigrazione. I film storico-politici Squitieri era noto soprattutto per i suoi film storico-politici, alcuni dei quali valsero non poche critiche. Tra questi sono da citare I guappi (1974), Claretta (1984) e Li chiamarono... briganti! (1999), film sul brigantaggio postunitario che narra la storia del suo maggior rappresentante Carmine Crocco. Quest'ultima è probabilmente la sua opera più discussa, tanto da essere immediatamente ritirata dalle sale cinematografiche in circostanze mai chiarite: secondo alcuni per l'insuccesso al botteghino, per altri perché boicottata e tacciata di revisionismo. Nel 2001 è stato membro del comitato scientifico che ha organizzato la settima edizione della "Città del libro", rassegna nazionale degli editori, a Campi Salentina (Lecce). Gli amori Squitieri lega il suo nome anche ad una storia sentimentale che negli anni Settanta è sulle prime pagine di tutti i rotocalchi con Claudia Cardinale, che ha anche recitato in molti suoi film come Il prefetto di ferro, Corleone, Claretta, Li chiamarono... briganti! e I guappi. Dal 2003 è legato sentimentalmente all'attrice e cantante Ottavia Fusco, che ha sposato nel dicembre 2013. In passato è guarito da un tumore, ma ha poi affermato di continuare a fumare accanitamente. La politica Squitieri fu un regista impegnato: nel 1971 sottoscrisse la lettera aperta a L'Espresso sul caso Pinelli e nell'ottobre dello stesso l'autodenuncia pubblicata su Lotta Continua in cui esprimeva solidarietà verso alcuni militanti e direttori responsabili del giornale inquisiti per istigazione a delinquere a causa del contenuto violento di alcuni articoli. Negli anni si spostò a destra e fu candidato ed eletto senatore nelle liste di Alleanza Nazionale nel 1994 nel collegio di Andria-Barletta[5]. In quella legislatura fece parte delle commissioni Industria, commercio, turismo, e vigilanza Rai. Nel 1996 si è ricandidato al Senato con il Polo per le Libertà, senza essere eletto. Si è poi iscritto al Partito Radicale Transnazionale, e ha collaborato ad alcune campagne insieme a Marco Pannella.