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Il Mosè di Michelangelo torna a splendere di luce naturale

Silvia Sfregola
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Michelangelo scultore della luce oltreché del marmo. È questo il filo conduttore che ha portato alla realizzazione di un complesso progetto di illuminazione, manutenzione e restauro della Tomba di Giulio II di cui fa parte anche la celeberrima statua di Mosè scolpita dal Buonarroti su commissione del Pontefice. La nuova illuminazione, realizzata grazie al contributo de "Il Gioco del Lotto" è finalizzata a restituire le condizioni in cui la tomba venne realizzata nel XVI secolo e cambiate in maniera radicale nel corso degli anni con la chiusura di una finestra nel 1860. Il lavoro è stato suddiviso in due parti. Quella di restauro è stata affidata dalla soprintendenza ad Antonio Forcellino, colui che meglio conosce la tomba di Giulio II dopo aver già curato i lavori di pulitura che si sono svolti nel 2001. A lui è toccato recuperare gli splendidi colori del marmo di Carrara scelto e scolpito da Michelangelo ma senza intaccare la patina del tempo. Un'opera visitata da milioni di turisti da tutto il mondo che ne fanno uno dei simboli scultorei di Roma. La parte dell'illuminazione invece è stata affidata al progettista ed artista della luce Mario Nanni che, con tecniche informatiche e lampade a led, è stato in grado di restituire i colori e l'intensità della luce di Roma nella zona di San Pietro in Vincoli. Nella fase di studio precedente all'inizio dei lavori, inoltre, è stata effettuata una scoperta unica e affascinante. Una delle statue che compongono l'opera la 'Vita attiva' trova il suo modello in un affresco di San Silvestro al Quirinale. Un caso unico nell'arte di Michelangelo che apre un nuovo capitolo nell'interpretazione del Mosè e dell'intera tomba di Giulio II. "Ci siamo messi al servizio di questa opera. La nostra azienda ha da sempre scelto di fare della responsabilità sociale uno dei suoi valori d'impresa cercando di tradurlo in iniziative concrete come questa", le parole di Fabio Cairoli, presidente ed Ad di Lottomatica. Tangibile l'emozione di Antonio Forcellino, responsabile del restauro. "E' uno dei giorni più belli della mia vita perché vedo coronato un sogno - racconta - nel corso del restauro mi sono reso conto che a, a seconda della luce, Michelangelo aveva curato diversamente i marmi e mai avremmo capito il suo racconto se non avessimo riportato la scultura alla sua luce originale". Per il 'maestro della luce' Mario Nanni è stato un "fantastico lavoro di equipe'". "il progetto - argomenta - prevede una luce dinamica in simbiosi con la luce naturale nell'arco delle 24 ore compresa quella lunare. Anche chi conosce l'opera deve assolutamente tornare a vederla perché ora è davvero un'altra cosa".

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