Sex and the city colpisce ancora
Otto Golden Globe, sette Emmy Awards, novantaquattro episodi andati in onda in Italia tra il 2000 e il 2004. «Sex and the City» è stata la serie televisiva americana che, in tema di donne, uomini e sesso, ha spiegato ai telespettatori di tutto il mondo più di quanto avrebbe saputo fare una comunità di psichiatri meritevoli di Nobel. Il successo è stato dilagante, tanto da generare, dopo la chiusura della sesta stagione, ben due film: uno nel 2008 (un'americanata degna di lode) e un secondo imperdonabile sequel nel 2010, che pur non essendo piaciuto a nessuno, ha incassato milioni di dollari. Sullo sfondo di una New York illuminata di paillettes, le avventure di Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker, ex fidanzatina di John John Kennedy) e delle amiche Miranda, Samantha e Charlotte sembravano essere finite in cantina, anche perché la storia ha avuto il suo lieto fine e non necessita di ulteriori aggiunte. Tuttavia se è vero che le repliche di «Sex and The City» vengono riproposte a ritmo serrato in tutto il mondo (più o meno quanto, negli anni Ottanta, veniva mandato in onda da piccole emittenti locali italiane uno sconosciuto film dal nome «Il mostro dell'obitorio») portando a casa ascolti eccellenti, per gli americani si tratta di business ancora attivo. Non a caso Sarah Jessica Parker ha dichiarato alla Press Association, un'agenzia di stampa inglese, giusto qualche giorno fa, che la produzione sta pensando a una settima stagione o a un terzo film. Tutti gli attori protagonisti si sono dichiarati entusiasti anche perché, dopo aver girato «Sex and The City», non hanno fatto granché. Dunque conoscere quale sia stato il destino delle smaliziate amiche newyorkesi sarà questione di tempo: probabilmente Darren Star, creatore della serie, s'inventerà qualcosa da far uscire nel 2018. Nel frattempo, centinaia di turiste provenienti dall'Europa come dall'Asia continuano a sognare di vivere virtualmente la favola di Carrie e company inserendo nei propri tour newyorkesi, il «giro» lungo tre ore e mezza (costo 49 dollari, più o meno cinquanta euro) che consente alle nostalgiche di rivivere, in termini purtroppo non altrettanto glamour, le atmosfere evocate dalla serie televisiva più famosa del mondo. Sono diversi i tour operators che offrono la perdibile occasione e numerosi gli itinerari proposti. Fino a tre anni fa, era vietato agli autobus colmi di scalmanate fan, fermarsi davanti all'abitazione di Carrie Bradshaw che si trova a Perry Street (West Village). Non essendo un condominio ma una «townhouse» provvista di sei camini, cinque camere da letto, aveva costretto i suoi proprietari a fare richiesta (ottenendo un consenso fermo) al Comune di essere lasciati in pace, tanto è vero che veniva consigliato alle fan di evitare di fermarsi, sedersi sui gradini e farsi fotografare. La casa è stata venduta a persone rimaste anonime nel 2012 a nove milioni e 85.000 dollari. Altre tappe sono l'anonimo negozietto di sex toys visitato dalle protagoniste del serial (nessuna compra, tutte si aggirano perplesse tra i giocattoli per sole donne messi in mostra) e persino il rivenditore di una nota ditta di cucine italiane, che si fa fatica a ricordare nell'interminabile serie televisiva. Alle appassionate vengono offerti (una volta serviti su un cassonetto contenente chissà cosa, in mezzo alla strada) plum cake coloratissimi che fanno venire i brividi solo a guardarli, perché evocano più di ogni altra emozione, i coloranti con i quali sono stati decorati. Insomma, se il mito a New York zoppica, dal momento che la città è notoriamente proiettata verso il futuro ed è abituata ad archiviare il passato, non resta che aspettare fuochi d'artificio e quattro amiche invecchiate nel difficile tentativo di rinnovare i fasti del serial.