CULTURA IN LUTTO
Morto all'età di 90 anni Dario Fo
Che strano il destino. Oggi l'Accademia di Svezia consegnerà il Premio Nobel per la Letteratura. Nove anni fa il nome del vincitore era stato quello dell'italiano Dario Fo. Uno "scandalo", l'ennesimo nella carriera di un uomo che è stato regista, attore, scrittore, scenografo, pittore. In molti, infatti, avevano contestato quella scelta. Ma lui, come sempre aveva fatto, non si era curato delle critiche. Dario Fo se ne è andato oggi all'età di 90 anni. Da qualche giorno era ricoverato all'ospedale "Sacco" di Milano. È morto per l'aggravarsi dei problemi respiratori di cui soffriva da tempo. Tra le persone che gli hanno fatto visita nelle ultime ore di vita il leader del MoVimento 5 Stelle Beppe Grillo, l'attore Moni Ovadia, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, lo scrittore Stefano Benni e il pianista Enrico Intra. Una vita di scandali Era nato il 24 marzo del 1926 a Sangiano, piccolo paese del lago Maggiore. Figlio di un capostazione con la passione per la recitazione. Non poteva certo immaginare cosa gli riservava il futuro. Di certo non lo immaginava quando, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il giovane Dario si arruolò nelle file dell'esercito della neonata Repubblica Sociale Italiana. Un'esperienza che, soprattutto a sinistra, gli è sempre stata rinfacciata. E che lui ha sempre giustificato come il modo utilizzato "per non finire deportato in Germania". Nel 1954 nasce quello che sarà il sodalizio della vita. Fo sposa Franca Rame (dal loro matrimonio nascerà Jacopo) dando vita ad un'unione sentimentale e artistica che si concluderà solo nel 2013 con la morte dell'attrice. La carriera di Fo può essere riassunta in una parola: scandalo. Mistero Buffo, l'opera più nota dell'artista, ne è l'esempio lampante per l'avversione che generò nelle gerarchie ecclesiastiche. Ma spessissimo la censura si esercitò sui suoi sketch. A cominciare da quelli messi in scena a Canzonissima nel 1962 che gli costarono la messa al bando per 14 anni dalla Rai. Fortissimo e rivendicato il suo impegno sociale e politico. Che si tradusse in pièce teatrali come Morte accidentale di un anarchico (sulla morte di Pinelli), Il Fanfani rapito, Non si paga non si paga, Pum pum! Chi è? La polizia. E che negli ultimi anni lo avevano portato ad impegnarsi, in prima linea, a sostegno del MoVimento 5 Stelle. Per rappresentare la sua arte, Fo aveva inventato una vera e propria lingua: il grammelot. Un miscuglio di suoni, parole dialettali, nonsense linguistici che gli valse nel 1997 il Nobel per la letteratura. Tra le polemiche.