Al Teatro Argentina l'ultimo saluto a Luca De Filippo
Folla di attori e amici ai funerali laici dell'attore. Una maschera di Pulcinella sul feretro per rendere omaggio al figlio di Eduardo FOTO
La musica è quella del grande Nicola Piovani. Centinaia di persone sono arrivate nel pomeriggio al Teatro Argentina di Roma per prendere parte ai funerali del grande Luca De Filippo, scomparso venerdì scorso. "Credo nella sincerità dei sentimenti e nell'umanità che li muove, così come era Luca". Carolina Rosi, moglie di De Filippo ha dichiarato: "Avverto un'aurea di affetto vero, di persone vere, di sentimenti, e non di istituzioni, che molto spesso vengono a mancare". Il feretro è stato posizionato ai piedi del palco del teatro con sopra una maschera di Pulcinella. In sala, rose bianche e i gonfaloni del Comune di Napoli e della Regione Campania. A rendere omaggio tanta gente comune e volti noti, colleghi di De Filippo che con lui hanno condiviso la vita e il palco. Tra questi Paolo Sorrentino, Lello Arena, Christian De Sica, Lina Wertmuller, Vincenzo Salemme e molti altri. Presente anche alcuni politici: il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l'ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, Francesco Rutelli e alcuni esponenti di Sinistra italiana. "Mi ha colpito la scomparsa improvvisa di un grande attore che con grande capacità si è ritagliato uno spazio importante per lui, per Luca, e non per essere il figlio del grande De Filippo". Il governatore del Lazio Zingaretti ha voluto portare un ultimo omaggio a Luca De Filippo: "Ho un ricordo da spettatore di Luca che ha saputo essere uno dei più grandi interpreti del teatro italiano". Vincenzo De Luca, arrivando al teatro ha fatto sapere: "Avremo un solo modo per ricordare Luca: non solo rinnovare e riproporre la sua attività cultuale ma anche tenere fede a un impegno assunto tre settimane con lui ovvero quello di rilanciare l'attività sociale iniziata da Eduardo con i ragazzi con devianze". Anche Bassolino ha voluto rendere omaggio al feretro. "Era una bella persona, un signore nel senso napoletano del termine. Aveva un peso enorme sulle spalle ma lo ha affrontato nel modo più giusto: è cresciuto con le sue mani e la sua testa ed è diventato semplicemente Luca, come Eduardo era semplicemente Eduardo. Questo è il segno che è stato un grande artista". Mentre l'attore Carlo Giuffrè ha ricordato: "Io sono del ‘28, lui del ‘48... Io entravo nella compagnia del padre e lui nasceva. E adesso... Non è giusto che lui se ne sia andato così giovane e io a 87 sia qui... Gli ho voluto tanto bene. Ci siamo sempre stimati reciprocamente. Luca mi ha concesso tutte le commedie di Eduardo, perché era lui che gestiva il patrimonio del padre, tranne per ovvie ragioni "Filomena Marturano" perché non potevo fare Filomena..." E adesso chi proseguirà la tradizione di famiglia? Questa la domanda senza risposta a cui si appella gran parte del panorama culturale italiano e non solo.