Mia Martini è morta stroncata da un infarto
Da tre giorni nessuno l'aveva più vista. Si è spenta nella sua casa di Cardano al Campo
Cardano al campo - Non ha sentito quell' applauso, e non avrebbe, mai voluto sentirlo. Non avrebbe mai pensato di sentirlo. Quello spontaneo e inatteso battere di mani che si è levato ieri pomeriggio quando la bara bianca con il suo corpo ha lasciato la villetta di Cardano al Campo dove abitava da un mesetto. Mia Martini è partita così, tra lo sbigottimento e l'incredulità dei suoi nuovi vicini che ancora non avevano fatto in tempo a conoscerla ma già evidentemente amavano. Ha lasciato il piccolo centro del varesotto per essere trasportata all'obitorio di Busto Arsizio, dove oggi o al massimo domani mattina il suo corpo sarà sottoposto ad autopsia per l'accertamento delle cause della morte. Il magistrato che ha preso in mano le indagini, il dottor Luca Villa della procura di Busto, potrà esaminare i referti medici ed emettere quel verdetto definitivo sul decesso che fino a ieri sera non è arrivato a consolare i parenti e a soddisfare l'interesse degli amici o anche dei curiosi. L'unica ipotesi che è circolata subito dopo la scoperta del cadavere, oltre a quella della morte per infarto, è che al momento del rinvenimento Mia Martini presentasse due piccoli grumi di sangue sotto le narici, circostanza che avrebbe fatto pensare a una dose di droga, forse cocaina, inalata e poi risultata fatale. Il particolare, successivamente non smentito e non confermato dai carabinieri di Gallarate, sarà verificato comunque dall'autopsia. La provvisoria versione ufficiale è quindi quella limitata al probabile infarto che avrebbe colpito l'artista, tra venerdì e sabato. L'ultima volta che Mia Martini ha avuto un contatto con l'esterno è stato giovedì, quando è andata a pranzo dai genitori che abitano in un paese poco distante dalla sua nuova anonima villetta. Poi nessuno l'ha più vista o sentita. Secondo la testimonianza di alcuni vicini, la cantante è tornata a casa giovedì pomeriggio e ha posteggiato la sua Citroen XM di fronte alla palazzina a due piani color nocciola che aveva preso in affitto all'inizio di aprile. Ha abbassato le tapparelle e non ha più dato segni di vita. L'unica persona che l'ha cercata in questi giorni è stato il suo manager, Nando Sepe, che stava preparando la partenza per il tour in programma nella costiera amalfitana. Dopo alcune telefonate senza esito, Sepe si è recato ieri mattina verso le dieci a Cardano al Campo. Ha visto la macchina fuori della casa e ha suonato ripetutamente. Non avendo ottenuto risposta si è impaurito. Ha domandato notizie alla padrona dello stabile e ha quindi pensato di andare a chiamare il padre di Mia Martini, Giuseppe Radames Bertè, che vive vicino. Era da poco passato mezzogiorno. Appena giunto, l'uomo ha deciso di chiedere l'intervento dei carabinieri e quindi quello dei vigili del fuoco che hanno sfondato una delle tapparelle e hanno trovato la cantante sul letto, senza vita. «Il suo volto era sereno» ha detto poi Beppe Nocera, uno dei manager vicini all'artista che è giunto tra i primi. Mia Martini indossava una tutina grigia da casa su una camicetta bianca, era distesa sul fianco del letto e aveva una mano protesa verso il comodino sul quale è sistemato il telefono. Voleva chiedere aiuto una volta resasi conto di star male? L'ipotesi, circolata subito tra gli inquirenti, non ha tovato conferma perché la cornetta era riposta sul ricevitore. Tanto che nella segreteria telefonica sono incisi diversi messaggi, il cui ascolto sarà utile se non altro per determinare il momento della morte. I L PADRE: UNA SVENTURA VEDERE MORIRE UNA FIGLIA Giuseppe Radames Bertè si para davanti ai giornalisti fuori dall'obitorio di Busto Arsizio come affronterebbe un plotone di esecuzione. Esce zitto, si guarda in giro, mette la mani dietro le spalle e aspetta. Nessuno ha il coraggio di avvicinarlo. Quando apre bocca per raccontare la sua tragedia, tutto inizia a tacere e si sente il silenzio dei momenti importanti. «Vedete che mi è toccata la sventura di veder morire una figlia, anzi di trovarla morta». Il professor Bertè, in passato preside al liceo classico di Busto Arsizio, riesce a mantenere la calma e spiega come ha scoperto il cadavere della figlia. «A metà mattinata è venuto a chiamarmi il suo manager, perché dovevano partire per Salerno. Sono andato a Cardano al Campo e quando non abbiamo avuto risposta abbiamo deciso di far venire i carabinieri e poi i vigili del fuoco. Quando sono entrato nella camera l'ho trovata sdraiata sulla sponda del letto, anzi stravaccata. Il suo volto era sereno, era convinta di aver imboccato la strada giusta e non aveva motivi per star male. Per quanto ne so io, cioè poco, credo che sia morta di infarto, perché le dita erano cianotiche e il colore del suo volto aveva il colore degli infartuati. Le braccia erano distese verso il basso, già nere per il sangue coagulato. Nella stanza non c'erano resti di medicinali, boccette vuote, e non ho visto buchi sulle sue braccia. Insomma qualcosa che potesse far pensare ad altro. Ripeto, era serena e aveva scelto di affittare questa casetta vicino ai suoi genitori in segno di questa ritrovata armonia». Come ha raccontato il padre, la decisione presa qualche mese fa di venire ad abitare vicino alla famiglia aveva segnato per Mia Martini un momento importante. I rapporti con i genitori (l'attuale convivente del padre non è la madre naturale) e con la sorella Loredana non erano stati sempre dei migliori e anzi le avevano creato non pochi malumori. Il riavvicinamento l'aveva invece resa felice e anche con Loredana le cose stavano cambiando. E proprio la sorella ieri pomeriggio è stata attesa invano prima a Cardano al Campo, poi all'obitorio di Busto Arsizio. La cantante, forse per sfuggire all'abbraccio fastidioso delle telecamere, ha invece preferito trattenersi nel suo appartamento milanese di via Ariosto, nei pressi del castello Sforzesco, e ha mandato energicamente a quel paese qualsiasi giornalista che ha avuto l'ardire di disturbarla. Ha fatto sapere di essere distrutta dal dolore, ma non ha voluto ricevere nessuno, a parte Renato Zero, amicissimo di Mia Martini, arrivato nel tardo pomeriggio. Da tutto il mondo della musica leggera sono arrivate a Loredana e alla famiglia testimonianze dell'affetto di cui Mia si era ciroondata. Tutti si ritroveranno giovedì mattina alle dieci, quando nella chiesa di San Giuseppe a Busto Arsizio si svolgeranno i funerali. ORNELLA VANONI: LA INCONTRAI IN AUTUNNO, ERA DISTRUTTA Un'esistenza segnata dalla fatica di vivere, un futuro pieno di musica. Così artisti e addetti del mondo musicale ricordano Mia Martini. «La drammaticità è stato il filo conduttore della sua arte e della sua vita» ha detto a caldo, visibilmente sconvolto il paroliere Mogol. «Mia - ha aggiunto Mogol - è un'immagine in bianco e nero. È stata grande, un'artista di spessore che ha dato alla sua carriera coerenza e dignità anche nei momenti difficili». Anche Ornella Vanoni, amica e collega di Mia Martini, ritorna sul delicato tema dell'equilibrio psicologico della cantante e della sua vita sfortunata: « Conoscevo bene Mimì - ha detto - l'ho vista nascere, mollare, tornare a nascere quando ci eravamo incontrate l'ultima volta in autunno, mi aveva dato l'impressione di una donna disperata che faceva gran fatica a vivere». «Anch'io - ha aggiunto - in un periodo della mia vita ho fatto fatica ad andare avanti , e conosco certe facce, certe espressioni. Non so come sia morta, ma non dimenticherò quel viso».