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La nave di Colombo trovata ad Haiti

CARAVELLE

Un esploratore scopre la Santa Maria cinque metri sotto il livello del mare. Ruggero Marino: «La verità è nascosta nell'Archivio segreto vaticano»

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La Santa Maria, l'ammiraglia della flotta di caravelle con le quali Colombo salpò dalla Spagna nell'agosto del 1492, potrebbe tornare alla luce. Ne è convinto l'esploratore subacqueo americano Barry Clifford, che sostiene di aver localizzato il relitto al largo della costa settentrionale di Haiti. I resti si troverebbero incastrati in una barriera corallina, a 3-5 metri sotto il livello del mare. Secondo Clifford, la prova definitiva che il relitto sia proprio quello della caravella di Colombo sarebbe il cannone del XV secolo rinvenuto su un fianco della nave.     «La verità su Cristoforo Colombo è nascosta nell'Archivio segreto vaticano». L'ex giornalista de «Il Tempo» Ruggero Marino è uno dei massimi studiosi del navigatore genovese e autore di testi come «Cristoforo Colombo e il Papa tradito», «Cristoforo Colombo l'ultimo dei Templari» e «L'uomo che superò i confini del mondo». Da 25 anni impegnato nella ricostruzione storica della scoperta dell'America, oggi si sta dedicando alla costruzione del sito ruggeromarino-cristoforocolombo.com, dove convergono studi e testimonianze sull'argomento. Ruggero Marino, come giudica l'annuncio di Barry Clifford sulla scoperta del relitto della Santa Maria al largo di Haiti? «Negli ultimi tempi si susseguono periodicamente annunci di analoghe scoperte. Se questa fosse confermata sarebbe una novità importante anche per il ruolo simbolico che la Santa Maria ha nella vicenda di Cristoforo Colombo». Qual è questo ruolo simbolico? «La Santa Maria naufragò nella notte del 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù Bambino. Non a caso Colombo veniva identificato con il Santo Cristoforo e San Cristoforo è il gigante che porta sulle spalle il Cristo bambino al di là delle acque, proprio come fa Colombo nella realtà. Non a caso, il navigatore sarà costretto a lasciare alcuni uomini per creare il primo insediamento nelle Americhe chiamandolo "La Navidad". Insomma sembra un disegno prestabilito. Senza contare che, durante i suoi viaggi, Colombo parla in sogno direttamente con Dio come facevano, a quel tempo, i mistici e si equiparerà a Davide e Mosè». Secondo alcuni storici, Colombo non sarebbe stato il primo navigatore a raggiungere le Americhe. Lei cosa ne pensa? «In uno dei suoi viaggi successivi, Colombo incontrerà il relitto di una nave europea e molti dicono potrebbe essere quello della Santa Maria. Io lo escludo perché se fosse vero, Colombo avrebbe speso molte parole per la nave che gli aveva permesso di creare il primo insediamento nelle Americhe. Al contrario, il navigatore genovese non fa alcun commento. Il che mi fa supporre che quello del 1492 possa non essere stato il primissimo viaggio nelle Americhe. Una prova l'ho trovata in San Pietro». San Pietro? La Basilica è legata alla scoperta dell'America? «A San Pietro c'è la tomba di Innocenzo VIII, il Pontefice "desaparecido", cancellato dalla storia dal suo successore spagnolo Alessandro VI Rodrigo Borgia che darà tutte le terre scoperte alla corona di Spagna. Sul monumento funebre di Innocenzo VIII c'è scritto: "Nel tempo del suo Pontificato, la gloria della scoperta di un nuovo mondo". Il problema è che il Pontefice morì sette giorni prima della partenza di Colombo, il 25 luglio 1492». Lei sta dicendo che la Chiesa di Roma sa qualcosa di più sull'avventura di Colombo? «Ho ricostruito la filiera di soldi dati a Colombo per la sua spedizione e tutti facevano capo alla Chiesa di Roma al tempo di Innocenzo VIII, a Lorenzo il Magnifico e a personaggi genovesi parenti dello stesso Pontefice». Dalle sue parole si deduce che i rapporti tra Cristoforo Colombo e la Chiesa cattolica fossero più stretti di quello che si potesse immaginare? «Altroché. Io sostengo che Colombo fosse un nipote o addirittura un figlio illegittimo di Innocenzo VIII. Il Pontefice aveva due figli riconosciuti e forse più di dieci non riconosciuti. Non a caso Pasquino diffondeva il messaggio: "Finalmente abbiamo il padre di Roma"». In altre parole lei dubita sulla vera identità di Cristoforo Colombo? «Certamente non era figlio di Domenico Colombo e Susanna Fontana Rossa. E non era un uomo ignorante o uno stupratore imperialista. Era un uomo che apriva le porte delle corti di tutta Europa, scriveva regolarmente a tre pontefici e sposò una nobile parente del re del Portogallo. A quel tempo per fare tutto questo non sarebbe bastato neppure Batman. Colombo o era figlio di Innocenzo VIII o di una famiglia nobile». La verità chi la conosce? «Resto convinto che il Vaticano sappia e che la verità sia nascosta nell'Archivio segreto vaticano. Simon Wiesenthal ha scritto un libro intitolato "Operazione America" per dimostrare che Colombo era ebreo. E non è stato il primo. Il libro termina dicendo che le sue ricerche si fermano alle soglie dell'Archivio segreto vaticano. Da 25 anni aspetto che la Chiesa batta un colpo. Anche perché sulla tomba di Colombo c'è scritto: "Che io non sia confuso in eterno"».

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