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Jackson fu responsabile della propria morte

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La tesi del legale della Aeg Live, la società promotrice di eventi tirata in causa per la morte della pop star dai familiari

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Michael Jackson è stato responsabile della propria morte. È la tesi sostenuta dal legale della Aeg Live nelle argomentazioni finali al processo civile per la morte del «re del pop». La famiglia Jackson accusa la società promotrice di concerti di essere stata responsabile della morte del musicista, avvenuta poco prima che Jackson iniziasse un tour, facendo pressione sul dottor Murray, che sta scontando una condanna a quattro anni per omicidiio colposo, perché gli somministrasse l'anestetico Propofol, il medicinale che gli ne ha causato la morte per un attacco di cuore, per assicurarsi che fosse in condizione di affrontare la tournèe. L'avvocato della Aeg Live Marvin Putnam ha negato che l'azienda avesse fatto pressioni sul medico, sottoolineando che quest'ultimo aveva in cura Jackson e la sua famiglia da anni. «Ci sono prove evidenti che fu Michael Jackson a fare pressioni sul medico», ha detto Putnam, secondo il quale Jackson era «responsabile della propria salute e delle proprie scelte e non importa quanto siano state negative le conseguenze delle sue decisioni». Il legale ha poi affermato che Jackson non aveva mai informato la Aeg live della sua dipendenza da farmaci pericolosi, aggiungendo che la società promotrice di concerti «non avrebbe mai accettato di di finanziare il suo tour se avesse saputo che il signor Jackson ogni notte giocava alla roulette russa nella sua camera da letto».

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