Il mistero della tomba l'ultima grande sfida di Alessandro Magno Un gruppo di studiosi: individuata in Grecia Esperti scettici: si trova in un altro continente
di Antonio Angeli «L'abbiamo trovata!»: il grido è risuonato in questi giorni, ma la gioia è durata solo qualche attimo. Fare una grande scoperta archeologica è un contro, trovare la tomba di...
«L'abbiamo trovata!»: il grido è risuonato in questi giorni, ma la gioia è durata solo qualche attimo. Fare una grande scoperta archeologica è un contro, trovare la tomba di Alessandro il Macedone, uno dei grandi enigmi della Storia, è tutto un altro paio di maniche. I fatti sono cronaca di questi giorni: il ritrovamento nella regione greca della Macedonia di un tumulo di grandissime dimensioni, in pratica una collina artificiale che, nell'antichità, era uno dei metodi con cui si coprivano le sepolture, ha destato speranze e illazioni, scintille e lampi, affermazioni dettate più dall'entusiasmo che dal freddo ragionamento. Questo grande complesso funerario si trova vicino ad Anfipoli, un comune greco situato nella Macedonia Centrale. Nascosta dal tumulo una parete colossale, lunga circa mezzo chilometro. Dopo il ritrovamento, diversi archeologi, appassionati e anche qualche «professionista del mistero» hanno speculato sulla possibilità che si trattasse del sepolcro del grande conquistatore macedone. La notizia si è diffusa a macchia d'olio. Si fosse detto: abbiamo trovato il Santo Graal l'entusiasmo nel web non sarebbe stato minore. Poi gli stessi ricercatori al lavoro nella zona, per quanto certi di aver individuato un'area di straordinaria importanza, hanno voluto mettere le mani avanti. L'archeologa responsabile del sito, Katerina Peristeri, si è affrettata a precisare alla radio greca che «non è serio parlare della tomba di Alessandro Magno». Secondo la Peristeri, il ritrovamento è rilevante, dal momento che si tratta di un complesso funerario del IV secolo a.C. La sepoltura, se di sepoltura si tratta, è certamente di personaggi di rango, anche, forse di stretti parenti di Alessandro. Ma è troppo presto per avanzare ipotesi concrete. «Ancora non abbiamo cominciato a scavare dentro il complesso, quindi non possiamo dire niente con certezza», ha argomentato l'archeologa. In un momento così delicato e difficile per il paese anche il governo greco si è sentito nell'obbligo di intervenire. Il Ministero della Cultura di Atene ha diffuso una nota ufficiale che invita alla prudenza e, indirettamente, conferma che non vi sono al momento elementi sufficienti per una attribuzione: «Il ritrovamento di Anfipoli è certamente molto importante - si legge nella nota - ma collegare il sito con specifiche figure storiche senza evidenze scientifiche è rischioso». Resta l'emozione che suscita l'argomento, come tutti gli antichi misteri: e quello di Alessandro III di Macedonia, meglio conosciuto come Alessandro Magno, comincia ben prima della sua sepoltura. Allievo di Aristotele, riuscì a conquistare Egitto, Persia e vaste regioni dell'Asia, creando uno dei più grandi imperi della storia. Morì nel 323 a.C, a Babilonia (antica Mesopotamia, oggi Iraq), un mese prima di compiere 33 anni: le circostanze della scomparsa non sono mai state chiarite: forse una febbre malarica, più probabilmente fu avvelenato. E, visto che Alessandro, quando gli girava male, era in grado di passare a fil di spada villaggi interi, trovare qualcuno che volesse fargli la pelle non doveva essere molto difficile. Dal momento che uno dei suoi numerosissimi titoli era «figlio di Ammon», noto dio Egiziano, la sua salma fu imbalsamata e... qui inizia il mistero. Nei musei archeologici di Istanbul è conservato il bellissimo Sarcofago di Alessandro, trovato in Libano. Ma apparve subito chiaro che non era il suo. Le fonti, poi, discordano: Diodoro Siculo, storico greco del I secolo a.C., assicura che Alessandro fu sepolto a Siwa, in Egitto; Quinto Curzio Rufo, erudito romano di età imperiale, conferma che questa fu l'ultima volontà del re; ma altri studiosi coevi, il geografo greco Strabone e il famoso Svetonio, affermano con certezza che ai loro tempi il mausoleo del sovrano macedone era nel centro di Alessandria. Ma, aggiunge Strabone: «Tutti coloro che scrissero di Alessandro preferirono il meraviglioso al vero». È così che iniziano i misteri.
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