Fan scatenati per Sandra Bullock e George Clooney
Venezia lancia la prima seria candidatura a un Oscar: riguarda la statuetta come migliore attrice protagonista e la papabile è una splendida Sandra Bullock, protagonista di «Gravity», lo sci-fi che ha dato ufficialmente il via stasera (fuori concorso) alla 70esima Mostra del Cinema. Costretta nello scafandro da austronauta messole addosso dal messicano Alfonso Cuaron (un habituè del Lido: nel 2006 aveva portato qui il suo precedente film, «I figli degli uomini»), la Bullock dà vita a una performance superlativa, considerando le difficoltà incontrate sul set. «È stato uno dei ruoli più difficili, sia dal punto di vista fisico che mentale. Eravamo costretti a girare dentro un boxlight, in assenza di gravità, con le macchine da presa che ti arrivavano addosso a velocità sostenuta - racconta l'attrice in conferenza stampa al Lido - Ci voleva molta concentrazione. Mi sono dovuta allenare molto. Volevo regalare ad Alfonso (Cuaron, ndr ) un corpo-macchina, androgino, che non avesse più elementi di femminilità. Un corpo che doveva esprimere il senso di perdita, il lutto: questo doveva passare dalla trasformazione del mio corpo e dalla mancanza di una sua componente fondamentale». A supportare l'attrice, oltre al personal trainer, un passato nella danza e una passione per la musica, c'era il compagno di set, George Clooney: «È stata incredibile guardarla recitare. Doveva muoversi molto lentamente, come succede in assenza di gravità, e parlare molto velocemente. Una cosa complicatissima». Molto più semplice la preparazione dell'attore: «Ho bevuto più del solito, tutto qui», ironizza. Clooney e la Bullock «barcollanio» nelle loro tute da astronauti, mentra vanno alla deriva nello spazio. La loro navicella è stata colpita da una pioggia di detriti cosmici e i due austronauti hanno perso ogni contatto con la terra: «È una delle sceneggiature più interessanti che abbia letto negli ultimi 15 anni -dichiara Clooney- con uno dei ruoli migliori in cui mi sia capitato d'imbattermi: quello che s'è beccato Sandra». Clooney, sommerso dai fan per gli autografi, non riesce a diventare serio nemmeno quando gli chiedono del possibile intervento americano in Siria, domanda che dribbla da maestro: «Speravo mi facessero questa domanda - dice - Ma mi ero preparato la risposta solo su quella relativa a Ben Affleck che interpreta il nuovo Batman». Conferma invece l'acquisto di un satellite per spiare quel che avviene in Sudan: «Succedono cose atroci laggiù. È uno strumento che può aiutare ad evitare che molte di quelle cose non accadano», dice. Non ci sono molti sottotesti politici in «Gravity», ma le metafore non mancano: «Il film parla di solitudine, di avversità e di rinascita - spiega Cuaron - Quando io e mio figlio Jonas (co-sceneggiatore, ndr ) abbiamo deciso di realizzare questo film è scoppiata la crisi economica che ha fatto naufragare tutto. Ma alla fine siamo qui, ci siamo riusciti. Anche se la vicenda di «Gravity» riguarda ciascuno di noi, universalmente».