«Siamo tutti precari? E io ci faccio un film»
A Los Angeles l'italiano Olla firma la web-comedy «It's temporary». Un cast internazionale per ribadire che il provvisorio non è definitivo
Sono i nipotini di «Friends», quelli che vivevano ancora il sogno americano e i problemi sentimentali. Oggi sono «It's temporary», quelli che sognano la stabilità e le certezze. È una web-series che arriva da Los Angeles, mecca del cinema, ma nelle cui vene scorre sangue tricolore. Il regista della web-comedy a basso budget è un ventisienne di Cagliari, di formazione universitaria romana e di laurea alla New York Film Academy: Sebastiano Olla che, al primo cortometraggio, la commedia «How I became the devil» («Come sono diventato il diavolo»), ha vinto l'Audience Award nel Fauxfilm festival di Portland (http://www.fauxfilm.com/) come miglior film. Un'altra iniezione di italianità è portata da Marco Porrà, autore delle musiche, ma per tutto il resto c'è il classico "meltin' pot" a stelle e strisce. I famosi (negli States) Anthony Montes e l'esilarante Valorie Hubbard, interprete con un curriculum che include «Glee», «American Horror Story», «How I met your Mother», «Resident Evil», «True Blood», e poi la russa Svetlana Islamova, la bulgara Desi Ivanova (queste ultime anche ideatrici e coautrici in diverse puntate della sceneggiatura assieme a Olla), e la splendida slovacca Kika Cicmanec (nella foto con il regista) che ha attirato l'attenzione della tv pubblica slovacca su questo esperimento californiano, tanto da realizzarci un reportage. Nella serie tutto diventa commedia, anche perché negli Usa «It's temporary» significa che la situazione è precaria ma non lo sarà per sempre, mentre in Italia la parola assume tinte molto più inquietanti, soprattutto per i giovani. Per vedere la web comedy basta andare su Youtube (http://www.youtube.com/user/ItsTemporarySeries?feature=watch) dove gli «emigranti del cinema» annunciano un nuovo progetto. Dalla serie, infatti, sta nascendo uno «spin off». Perché il provvisorio può e deve passare. Come «'a nuttate» di Eduardo.