Il racconto di Giulia Spizzichino dalle Fosse Ardeatine al processo Priebke

Unsorriso caldo, posato, gentile quello di Giulia Spizzichino che ha raccontato la sua storia insieme ad uno scrittore di razza, Roberto Riccardi, nel «taccuino di ricordi»: «La farfalla impazzita - Dalle Fosse Ardeatine al processo Priebke», edito da Giuntina, 147 pagine più una bellissima appendice di fotografie, tra le quali spicca più di una volta quel luminoso sorriso di Giulia Spizzichinio che è una rivalsa e al tempo stesso una sfida contro ogni forma di dittatura e di violenza. Il libro è la raccolta di una serie di personalissimi ricordi che descrivono, attraverso la voce di Giulia e la penna abile di Riccardi, momenti palpitanti, ansie, paure, terribili mortificazioni e timide speranze. Sentimenti singoli che diventano però poi lo specchio di quel turbine nero che sono state le leggi razziali, le persecuzioni, i campi di sterminio. Una tragedia che, purtroppo, non termina con il finire della guerra e questo, nel libro, è dichiarato con ferma indignazione. Chi crede che il travaglio degli ebrei sia finito con il termine della Seconda Guerra mondiale si sbaglia di grosso. Nella «Farfalla impazzita» ci sono decenni di storia tutti importanti, tutti da ricordare, nel Giorno della memoria, ma anche nel resto dell'anno. Quello che colpisce di più, il travaglio tanto profondo quanto incomprensibile, ha tuttavia una data precisa, ben lontana dall'era delle leggi razziali. Era il 1996, anno del processo a Erich Priebke, capitano delle Ss, uno dei pianificatori della strage delle Fosse Ardeatine. «Dopo un lungo pomeriggio di attesa - si legge nel libro di Giulia Spizzichino - arrivò la sentenza che lo rendeva libero. Una formula complessa che includeva termini come "non doversi procedere", reato "estinto", "prescrizione". Una sola parola era molto chiara: scarcerazione». Priebke comunque non se ne tornerà a casa. Alla fine sarà condannato all'ergastolo. Ma quella sentenza ancora brucia nelle coscienze di chi ha a cuore i sentimenti di umanità e libertà. Un libro pieno di sofferenza ma, come Giulia, anche di speranza. Antonio Angeli