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L'opera dei bambini ricorda l'Olocausto

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Teatro NazionaleDomani in scena «Brundibàr» Sul podio i musicisti dell'orchestra giovanile

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Comeil campo di concentramento di Terezin in Cecoslovacchia, destinato a bambini, artisti e intellettuali ebrei, e dove ebbe la sua prima rappresentazione nel '43 l'opera per fanciulli «Brundibár», con partitura dell'ebreo ceco Hans Kráza e libretto di Adolf Hoffmeister. Ebbene, in questa stessa versione la preziosa opera verrà inscenata domani 23 gennaio alle 19 al Teatro Nazionale, allestita dal Teatro dell'Opera Dipartimento Didattica e Formazione, per il Giorno della Memoria. È un'iniziativa straordinaria, che solo un ente lirico poteva attuare, e a cui speriamo faccia seguito il recupero delle opere musicali realizzate nei campi di sterminio nazisti, con mezzi di fortuna impensabili, anche da compositori italiani. Il 27 gennaio è la data in cui nel 1945 furono aperti dai Russi in marcia verso Berlino i cancelli del campo di Auschwitz, che svelarono l'orrore del genocidio compiuto sugli Ebrei e che – in base alla risoluzione dell'ONU del 1° novembre 2005 - ricorderà per sempre la tragedia della Shoah. C'erano il soprintendente del Teatro dell'Opera Catello De Martino, il regista di «Brundibár» Cesare Scarton, il direttore del Coro di Voci Bianche del Teatro José Maria Sciutto, che dirigerà anche i 14 strumentisti dell'Orchestra Giovanile dell'Opera, e il Presidente della Comunità Israelitica di Roma Roberto Pacifici, alla presentazione ieri dell'iniziativa, maturata in tempi brevi. «L'idea di mettere in scena questa notissima opera per bambini, legata ai momenti peggiori della dittatura del Nazismo – comunica il soprintendente De Martino – mi è stata suggerita dalla nuova consulente artistica alla Didattica, Lucia Bonifaci: e ha avuto tali consensi, da vincere la brevità dei tempi dell'allestimento. La partitura poi ci permette l'impiego delle risorse giovanili di Coro e Orchestra, ossia la scommessa del Teatro dell'Opera sul futuro». Ma la nascita di «Brundibár» avvenne in tempi terribili, essendo la Cecoslovacchia un paese invaso: e quando l'opera vi ebbe la «prima» clandestina a Praga nel 1942, Krása e il suo librettista erano già stati deportati a Terezin. Grazie ad altro musicista deportato, che ne aveva la parziale partitura musicale, Hans Krása riuscì a mettere in piedi, anche a memoria, l'operina nel campo di concentramento nel 1943, con cantanti e strumentisti tutti ragazzi. Essa fu replicata 55 volte - tale fu la sua fortuna e tali i benefìci sulla popolazione del campo - fino al giugno 1944 quando la Croce Rossa si recò a Terezin in ispezione e non vide, o non volle vedere, che i più erano ormai ad Auschwitz: e soprattutto che la musica serviva a celare l'atrocità del vivere quotidiano dei bambini e degli adulti: anzi, parti degli spettacoli furono inserite nel film-propaganda «Il Führer regala una città agli ebrei», per dissipare le voci del trattamento di quegli infelici. Intanto, mentre i prigionieri andavano verso la morte nei vagoni sempre più spesso inviati ad Auschwitz (qui, fra gli altri interpreti dell'operetta, morì anche Krása nel 1944), gli spettacoli continuavano a distrarre, a rigenerare i piccoli e grandi spettatori: tanto che uno dei due cantanti sopravvissuti ricorda che «mentre si provava, si dimenticava anche la fame». Però dei 15.000 bambini del campo di Terezin, solo 93 tornarono a casa: in compenso la bellissima realizzazione del Teatro dell'Opera, grazie alla Comunità Ebraica di Roma, sarà portata a Terezin, quando l'anno prossimo la Giornata della Memoria verrà dedicata al tema dei «Giusti», coloro che a rischio della vita ospitarono e aiutarono gli Ebrei. Con le scene nude ma anche ridenti di Michele Della Cioppa, i costumi studiati da Anna Biagiotti, le luci di Patrizio Maggi, il direttore Sciutto e il regista Scarton porteranno in scena una storia fanciullesca, ma simbolica della vittoria del Bene sul Male: la storia di Pepícek e della sua sorellina Aninka, che per guadagnare soldini e acquistare latte per la mamma malata, cercano di cantare in pubblico al mercato. Ma il crudele e prepotente strimpellatore di organetto Brundibár (in cui anche i caricaturisti successivi hanno identificato Hitler, disegnandolo coi baffetti) li caccia via: allora gli animali amici, il passerotto, il cane, il gatto interverranno aiutando i bambini, cacceranno Brundibár e tutti poi canteranno insieme. Repliche: 24-25 alle 11 (scuole), il 26 alle 18 il pubblico.

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