di Cinzia Tralicci Da via del Buco a via dell'Ammazzatora, da via Affogalasino a via Scellerata, da via dei Tre Pupazzi a vicolo dello Strucciolo.
Raccontanol'altra metà di Roma con la sovrapposizione di vecchi toponimi a nuovi, di trade scomparse inghiottite da piani urbanistici di Imperatori, Papi e Re. A restituire la dignità perduta del nome originario è un libro di Willy Pocino declinato dalla A alla Z. È il «Dizionario delle strade curiose di Roma - Toponimi strani, difficili, incompleti, ripetuti, sbagliati, di ieri e di oggi» (Edilazio 359 pagine, 22 euro). Pocino ha al suo attivo pubblicazioni a tema romano alla quale affianca la direzione di «Lazio ieri e oggi» e un continuo lavoro di ricerca bibliografica che integrato dalle continue scoperte di archeologi e ricercatori aggiungono pepe alla vita della città eterna. Ecco, dunque, che via Acca Larenzia al Tuscolano è dedicata alla divinità agricola del Lazio antico, madre dei Lari, simbolo della fertilità della terra, ma Acca Larenzia è anche moglie del pastore Faustolo e nutrice di Romolo e Remo. Per restare ai primordi della nascita di Roma tra i toponimi c'è piazza Remuria al rione San Saba, dove la tradizione colloca la casa di Remo dalla quale avrebbe tratto gli auspici del volo degli uccelli per la fondazione di Roma; segue la via Biberatica nel rione Monti non risulta tra i toponimi ufficiali trattandosi di una strada molto antica, il cui selciato è ancora visibile all'interno dei Mercati Traianei. Molte le teorie sull'origine del nome scrive Pocino nel libro: dalla derivazione della voce latina "bibere" riferita all'abbondanza di acque, "piperatica" dai negozi di spezie e droghe. Altre ipotesi vogliono la via Biberatica denominata come Viveratica, Biveratica, Liberatica, Veneratica. «Il Gregorovius sostiene che la strada si chiamerebbe Viperatica e deriverebbe dalla presenza di un antico simulacro di serpenti. La zona era prossima al santuario di Serapide». Dalla serietà della storia ai toponimi allusivi loro malgrado. È il caso di vicolo Calabraga, oggi vicolo Cellini, tra i rioni Ponte e Parione. Probabilmente di origine onomastica - Cola Braga - il nome fu sostituito con delibera del Consiglio comunale perché indecente. La decisione fu sostenuta dal fatto che, in zona, "lavoravano" meretrici famose, Angela greca, Giulia fiorentina e Pasqua padovana. Dalle meretrici famose a quelle pentite. È via delle Convertite al rione Colonna, il nome riferito al monastero fondanto nel 1520 da papa Leone X e posto sotto la protezione di S. Maria Maddalena, riservato «a quelle meretrici e donne disoneste che volevano ritirarsi dalle vie del peccato e ridursi a penitenza». Ma nella città del Papa accanto a santi e martiri ci sono strade il cui toponimo sembra essere "in odore di zolfo" almeno sulla targa...Ad esempio via dei Cessati Spiriti al quartiere Appio Latino si chiama così per episodi lontani nei secoli di malandrinaggio o brigantaggio. Per altri il nome deriverebbe da leggende di fantasmi che la fantasia avrebbe collocato in quella zona isolata e perciò più facilmente frequentata dagli "spiriti". Un'altra la fa riferimento all'Ostaria dei Cessati Spiriti dove i viaggiatori che vi sostavano venivano derubati con tale abilità da far pensare all'opera non di un birbante bensì di uno spirito. Qualcuno pensò di esorcizzare l'area con una edicola della Vergine sulla facciata dell'edificio demolito nel 1989. Ad affascinare i patiti del mistero ci sono via e vicolo Colle della Strega al quartiere Giuliano Dalmata. Il toponimo già esistente nel XVI secolo si riferisce a una sperduta casupola abitata da una bizzarra vecchietta dedita a fatture e incantesimi. Si deve infine alla presenza di tombe e cappelle la denominazione via Tiradiavoli all'Aurelio. Fino al 1914 il toponimo contraddistinse un tratto dell'Aurelia Antica che grazie alla presenza delle sepolture di martiri della fede avrebbe "tirato via" dalla zona "presenze" demoniache. Tra i circa mille toponimi raccolti e spiegati dal libro di Willy Pocino uno meglio di altri incarna il carattere dei romani È «Via Meglio di Niente», località Lunghezza. Il nome, convertito nel 2011 dal Comune in via Nicola Saliola, era stato dato dai residenti di Ponte di Nona stanchi delle lungaggini buocratiche circa l'apertura di una strada di collegamento tra due zone limitrofe. Tutte le strade portano a Roma e tutte le strade "portano" storia.