Pino Daniele: «La tv mi fa paura»
Il cantante napoletano spara a zero sui talent show «Parlano di musica senza titolo e mortificano i giovani»
«Tuttan'ata storia - Vai mo' - Live in Napoli» è tutto questo e molto di più. È un cd/dvd in uscita martedì prossimo che testimonia lo storico evento del 2008, quando Pino Daniele si esibì nella sua città per festeggiare i primi 30 anni di carriera. L'estate prossima l'evento si ripeterà il 12 luglio. Stessa piazza. Emozioni assicurate. Pino Daniele, ancora una volta Napoli al centro del suo mondo. Qual è il rapporto con la sua città? Oggi ho un rapporto con Napoli nel mondo. Voglio esportare la nostra sensibilità e tutto il nostro bagaglio culturale. Al concerto del 2008 c'erano anche Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Avion Travel, Irene Grandi e Giorgia. Perché cerca sempre il confronto con altri musicisti? Credo molto nel rapporto con gli altri artisti e sono stato sempre disponibile con tutti, da Zucchero a Vasco, da Ligabue a Giorgia. Ho sempre cercato quell'emozione che mi arricchisse e mi permettesse di scrivere cose nuove. Tutto questo per rinnovare e trasformare la mia ispirazione. Qual è il criterio che la fa duettare con qualcuno? Dipende tutto dallo scambio di emozioni. Per esempio una sera è venuto a cena a casa mia Biagio Antonacci e, dopo aver mangiato un piatto di pasta, ci siamo messi a suonare ed è nata una canzone. Oggi con chi le piacerebbe collaborare? Con Gino Paoli e Ivano Fossati innanzitutto. Sono molto legato a Genova e alla scuola genovese. Ma il mio mondo musicale è pieno anche di Guccini e Battiato che sono i musicisti che amo di più perché sono più vicini a quello che volevo fare io. Nel suo nuovo cd ci sono anche due pezzi inediti. Com'è nata l'idea? Nasce dalla collaborazione con Phil Palmer, un chitarrista che stimo moltissimo. Voglio proporre due cose nuove con due chitarre e un sapore rock. Avevo voglia di fare qualcosa di completamente diverso. Lei torna a suonare con la sua band degli anni Settanta. Cos'è, nostalgia dei tempi passati? O mancanza di stimoli dalla musica di oggi? Ognuno la vede a modo suo. Non provo nessun effetto nostalgia ma, certamente, nella musica di oggi le cose sono cambiate e anche tanto. Oggi si fanno esperimenti nuovi ed è importante essere positivi e aspettarsi sempre qualcosa di buono. Tra i miei preferiti ci sono Raiz e Antonio Onorato che continuano a fare cose interessanti. E poi molti giovani non ci hanno mai visto suonare dal vivo e sarà una buona occasione per farlo. In alcuni ambienti si è diffusa la voce che a luglio suonerà insieme a Eric Clapton. È vero? Purtroppo no, ma mi farebbe molto piacere se lo fosse. Di certo ci sarà una forma di collaborazione l'anno prossimo. Tra qualche giorno comincerà il Festival di Sanremo. Cosa si aspetta dalla gestione Fazio? Sanremo è innanzitutto un palinsesto televisivo che dà più spazio all'intrattenimento che alla musica pura. Il Festival ha innanzitutto obiettivi televisivi ma qualcosa di nuovo viene sempre fuori. Comunque per il momento non sono stato nemmeno invitato. A proposito di televisione, cosa pensa dei talent-show? Costituiscono il nuovo modo di proporsi ma puntano tutto sulla prestazione tecnica del cantante o del pianista. Alla fine resta solo la gara del più bravo. Ho imparato a stare da parte e a non giudicare. Mai. Lei accetterebbe di fare il giudice in un talent show televisivo? Non sia mai detto. La televisione mi fa paura. Guardo solo telefilm e telegiornali. In tv devi essere scaltro e accattivante. Non fa per me. Posso partecipare come ospite ma come intrattenitore proprio non ci riesco. Non voglio fare quello che non so fare. Voglio continuare a fare i miei assoli di chitarra e i miei blues. Spesso parlano di musica senza averla mai fatta e i ragazzi vengono mortificati. Io così mi sento male. Le elezioni politiche di febbraio si avvicinano a grandi passi. Lei chi voterà? Non lo so. Chiuderò gli occhi e farò una croce. I confini non ci sono più. Sta diventando un casino ma non mi permetterei mai di giudicare Berlusconi, Grillo o Bersani. Ci sono artisti che appoggiano partiti politici. Io, invece, appoggio le singole persone e le istituzioni impegnate a realizzare cose importanti. Oggi prendere una posizione politica è banale. Bisogna lavorare sui valori. L'amore e la voglia di fare non hanno un colore. Gianna Nannini ha appena prestato una canzone al Pd. Lei avrebbe accettato? Dipende da chi me la chiede. Forse alla Lega no, anzi a Maroni gliela darei in napoletano. Non dimentichiamo che è l'unico bluesman che abbiamo in Parlamento.