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Crimini e redenzione tra «I miserabili» senza giustizia sociale

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Teatro,musica e cinema sono perfettamente mescolati nella colossale produzione Universal, fedele all'opera di Boublil e Schonberg. Sebbene la versione inglese, che dal 1985 è tra gli spettacoli di maggiore successo nel West End londinese come a Broadway, si discosti un po' da quella iniziale parigina. La trama è nota e tratta dal romanzo di Victor Hugo ambientato nella Francia della post Restaurazione. La gestazione dell'opera fu lunga e difficoltosa. Occorsero più di 15 anni fra la prima ideazione e la stesura definitiva, anche se Hugo si era già interessato dei problemi della giustizia sociale e della dignità umana nei suoi precedenti romanzi, nei quali si scagliava in particolare contro la pena di morte. A Toulon, nel 1815, sotto lo sguardo impietoso del carceriere Javert, tra un gruppo di forzati al lavoro, spicca il prigioniero Jean Valjean, condannato a 5 anni per aver rubato del pane con cui sfamare la sorellina e a 14 anni aggiuntivi per aver tentato la fuga. È il suo ultimo giorno di detenzione, ma la libertà tanto attesa non sarà così piacevole. L'unico a trattarlo con gentilezza è il Cardinale di Digne (Colm Wilkinson) che gli salva la vita negando alla polizia il furto di alcuni pezzi di argenteria che Valjean aveva rubato di notte. Superba la performance attoriale e canora di Hugh Jackman nei panni di Jean Valjean, soprattutto quando canta «What have I done?». Meno convincente invece Russel Crowe, nei panni del temibile Javert, che sembra tanto accorto al timbro della sua voce da dimenticare poi l'intensità della sua interpretazione. L'azione si sposta 8 anni dopo a Montreuil sur Mer, dove Valjean ha una nuova identità: è il rispettato proprietario di una fabbrica oltre che sindaco della città. Proprio nella sua fabbrica lavora Fantine (una straordinaria Anne Hathaway dalla voce travolgente quando canta «I Dreamed a Dream), donna disperata e ragazza-madre licenziata ingiustamente, poi costretta alla prostituzione che, scena dopo scena, conduce agli inferi anche Valjiean. Nei panni della terribile Madame Thenardier, madre adottiva di Cosette, appare una poco accattivante Helena Bonham Carter, mentre Stephen Tate ha il ruolo dell'uomo salvato da Valjean: Fauchelevent successivamente aiuterà il protagonista a nascondersi con la piccola Cosette (l'esordiente Isabelle Allen). Cosette da adulta è Amanda Seyfried, mentre la dolce Eponine (figlia buona della Thenadier innamorata di Marius, fidanzato di Cosette) è una bravissima Samantha Barks, semplice e straziante quando canta «On My Own» e poi «A Little Fall of Rain», morendo fra le braccia dell'amato Marius (Eddie Redmayne). La Barks, come Daniel Huttlestone che interpreta il monello Gavroche (altro figlio dei Thenardier), arriva dalla produzione teatrale di «Les Misérables». La grande prova sarà ora quella ai botteghini italiani, con un pubblico in genere poco abituato al musical e per questo potrebbe accogliere in maniera anomala il film nelle sale. Chi non ama i musical potrebbe infatti trovare noiose le oltre due ore cantate della pellicola. Ma, in ogni caso, «Les Misérables» rappresenta un affascinante esempio di trasposizione dal teatro al grande schermo. Intenso, sfarzoso e vibrante, il film deve molto a Hugh Jackman che coinvolge per la sua interpretazione viscerale.

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