Giannini: «Quando recitavo con lei ero solo uno spettatore»
Inquell'indimenticabile film di Lina Wertmüller, «Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto», Gennarino (Giannini) si ritrova a dover soddisfare le richieste della «padrona», fino a quando, per un guasto al motore, i due si ritroveranno soli in mare aperto. Approdati su un'isola deserta, i ruoli si invertiranno e la Lanzetti (interpretata dalla Melato) diventerà a forza schiava del marinaio, che sfogherà su di lei antiche frustrazioni sessuali. Oltre a questo film, oggetto di un remake firmato da Guy Ritchie con Madonna nei panni della industriale settentrionale e con il figlio di Giannini, Adriano, nel ruolo che fu del padre, Mariangela e Giancarlo hanno formato una coppia straordinaria del cinema italiano, recitando insieme in altre due pellicole di culto sempre dirette dalla Wertmüller: «Mimì metallurgico» e «Storia d'amore e d'anarchia» «La sua morte ha colto di sorpresa un po' tutti. Abbiamo perso un'attrice indimenticabile ed elegantissima, capace di passare con disinvoltura attraverso tutti i personaggi, da quelli comici a quelli tragici - ha detto Giannini - Eravamo un trio affiatato e straordinario Lina, Mariangela ed io, e portavamo in scena delle storie che raccontavano il lato più bello della vita. Cercavamo di renderle più semplici. Mariangela era davvero straordinaria. Recitando con lei diventavo spettatore, tanto riusciva a rendere bene il personaggio e ad essere ammaliante, con i suoi occhi bellissimi e con quella luce che partiva da lei. Era una donna luminosa e solare. Lavorare con lei mi ha insegnato moltissimo, aveva un senso del gioco e dell'ironia, una straordinaria energia e il piacere di raccontare. Abbiamo anche avuto la fortuna di essere diretti da una grande regista come Lina Wertmüller. Quello che resta di Mariangela è il ricordo di una grande attrice che non ha mai pensato di essere una diva, era di animo semplice». Era una donna di grande umanità e fragilità, caratteristiche che mostrava senza pudore sul grande schermo, proprio accanto ad un grande istrione come Giannini. I due ben rappresentavano i conflitti tra l'emancipazione femminile (soprattutto settentrionale), iniziata negli anni '60, e il vetero maschilismo meridionale. Ecco che Giannini interpretava Mimì il metallurgico, licenziato a causa delle sue idee politiche di sinistra, ma pur sempre perplesso di fronte alle idee moderne della sua bella e adorata amante lombarda animata dalla sensualità della Melato. Dina D'Isa