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Agli Oscar Spielberg fa l'asso pigliatutto

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L'Oscarche si porterà via, quasi sicuramente, sarà quello per il miglior film straniero, più la soddisfazione di aver centrato la nomination per la categoria dei migliori film in generale, per la regia, la sceneggiatura originale e per aver portato l'attrice più anziana di sempre (Emmanuelle Riva) alla candidatura. Per il resto, ovviamente, sarà solo America (o quasi). È curioso notare, infatti, come i due film con più nomination, «Lincoln» di Steven Spielberg (12) e «Life of Pi» di Ang Lee (11), siano il primo una coproduzione Usa/India, il secondo Usa/China: l'Inghilterra ci prova con «Anna Karenina» di Joe Wright (4 nomination tecniche) ma soprattutto con «Lès Miserables» (8 nomination) di Tom Hooper (che tenta il bis dopo il trionfo di due anni fa con «Il discorso del re»), anche se è rimasto fuori dalla cinquina dei migliori registi. Ed è proprio questa la categoria dove a far più rumore sono gli assenti: Kathryn Bigelow («Zero Dark Thirty», 5 nomination, tra cui miglior film), Ben Affleck («Argo», 7 nomination, tra cui miglior film), Quentin Tarantino («Django Unchained», 5 nomination tra cui miglior film) e Paul Thomas Anderson, il cui «The Master» ottiene solo tre nomination, tutte per gli interpreti (Joaquin Phoenix tra gli attori protagonisti, Philip Seymour Hoffman tra i non protagonisti e Amy Adams tra le attrici non protagoniste). A dettare legge in queste categorie è Silver Linings Playbook di David O. Russell: 4 delle 8 nomination ottenute, infatti, sono quelle di Bradley Cooper (protagonista), Jennifer Lawrence (protagonista), Robert De Niro (21 anni dopo l'ultima candidatura, non protagonista) e Jacki Weaver (non protagonista). L'85° edizione degli Academy Awards guarda anche alle nuove leve: «Beasts of the Southern Wild» dell'esordiente Benh Zeitlin ottiene 4 nomination, tra le quali miglior film, regia e attrice protagonista (Quvenzhane Wallis, 9 anni, l'interprete più giovane mai candidata all'Oscar). Era dal 2010 (con «District 9» di Neil Blomkamp) che un'opera prima non era nominata tra i migliori film. Tornando agli esclusi eccellenti, non fa ormai più notizia lo snobismo dell'Academy nei confronti di Leonardo Di Caprio (anche se, ad onor del vero, «Django Unchained» già conta la presenza di Christoph Waltz tra i cinque attori non protagonisti), come era prevedibile il poco impatto che avrebbe avuto «Lo Hobbit» di Peter Jackson.

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