di Carlo Antini Quando si dice spaghetti western si dice Sergio Leone.
Peruno come Quentin Tarantino, la colonna sonora firmata dal musicista romano Premio Oscar alla carriera non è soltanto la ciliegina sulla torta. Ammesso che di torta si voglia parlare. In gioventù Tarantino è stato impiegato in un videonoleggio di Los Angeles dove ha divorato chilometri di pellicole di ogni genere. Compresi i B-movie, prodotti di genere spesso scartati dalla grande distribuzione. La parte del leone, però, l'ha sempre fatta il cinema italiano, da Sergio Corbucci a Enzo Castellari. Ma Tarantino non ha mai fatto segreto neppure della sua passione per gli spaghetti western di Sergio Leone, regista di culto che ha lasciato un'impronta indelebile sul cineasta di Knoxville. Con «Django Unchained» si chiude il cerchio. Il suo primo film dichiaratamente western non poteva non avere dalla sua parte la mano del Maestro Morricone, dall'alto dei suoi 85 anni. Poche storie e tanta musica e, per la prima volta, una colonna sonora scritta appositamente per il film. Così nasce «Ancora qui», il suggestivo inedito composto da Morricone con testo scritto e interpretato da Elisa Toffoli, in arte semplicemente Elisa. Per la talentuosa cantante di Monfalcone l'opportunità di entrare nella storia dalla porta principale. L'opportunità di far sentire al mondo intero le sue doti compositive e di interprete che, da oltre un decennio, la fanno apprezzare nel nostro Paese. D'altra parte Elisa è in ottima compagnia, visto che nella colonna sonora è accompagnata anche da «100 Black Coffins» prodotta da Rick Ross e Jamie Foxx, «Who Did That To Yu?» di John Legend, «Freedom» eseguita da Anthony Hamilton e Elayna Boynton e «Ode to Django» di RZA. La colonna sonora comprende diversi brani tratti da altre colonne sonore di vecchi film come «Django», «Città violenta», «I crudeli», «Lo chiamavano King», «Gli avvoltoi hanno fame», «I lupi attaccano in branco», «I giorni dell'ira», «Lo chiamavano Trinità...», «Sotto tiro» e «Battle Royale». Come si sa, per Tarantino non è tutto oro quello che luccica. Il musicista Frank Ocean scrisse una canzone per «Django Unchained» ma, nonostante il regista l'abbia definita una straordinaria ballata, non ha potuto inserirla nel film perché non c'era una scena adatta. Per lui, come per tutti i grandi del cinema, la musica non è solo un gradevole riempitivo. Suoni e rumori diventano protagonisti, personaggi che partecipano all'azione. E a chi gli chiede di commentare le canzoni del suo film, Tarantino risponde: «La musica tipo opera, il montaggio sulla base di questa musica. È questa per me la linea da seguire per girare un western e così ho fatto con Django».