Impegno e ottimismo per una personalità protesa verso la ricerca
«Lamia intelligenza è più che mediocre - diceva con sorprendente umiltà - I miei meriti sono l'impegno e l'ottimismo. La mancanza di complessi, una notevole tenacia nel perseguire la strada che ritenevo giusta e la noncuranza per le difficoltà che avrei incontrato nella realizzazione dei miei progetti, lati del carattere che ritengo di aver ereditato da mio padre, mi hanno enormemente aiutato a far fronte agli anni difficili della vita». Nonostante l'opinione del padre, convinto che una carriera professionale avrebbe interferito con i doveri di una moglie e di una madre, decise nell'autunno del 1930 di studiare medicina all'Università di Torino: la scelta di medicina fu determinata dal fatto che in quell'anno si ammalò e morì di cancro la sua amata governante. Oltre al padre ingegnere e matematico e alla madre pittrice, la sua famiglia era composta da un fratello e due sorelle, di cui una - l'adorata Paola - gemella. Quando il regime fascista la espulse dall'ateneo torinese, lei si costruì un laboratorio nella sua casa. «Una figura eminente non solo per gli altissimi meriti scientifici ma anche per l'impegno civile e morale che l'ha resa persona esemplare e ispiratrice nella comunità italiana e internazionale: è spontaneo e doveroso unirsi al cordoglio universale per la sua dipartita - la Radio Vaticana ha commentato con le parole del portavoce del Papa, padre Federico Lombardi, la scomparsa di Rita Levi Montalcini - Aveva 103 anni. Era membro della Pontificia Accademia delle Scienze - ha poi ricordato l'emittente della Santa Sede, sottolinenando che la sua famiglia «a causa delle leggi razziali fu costretta a emigrare in Belgio». Socia nazionale dell'Accademia dei Lincei oltre che dell'alto consesso Vaticano la scienziata, «era laica, non credente e impegnata su molti fronti civili e sociali». «La comunità scientifica perde oggi un autorevole esponente che nella sua lunga intensa vita ha testimoniato con straordinaria lungimiranza e fermezza il valore e l'importanza della ricerca scientifica. A lei dobbiamo tanto. Ha sostenuto, formato, entusiasmato, generazioni di giovani talenti, abbattuto pregiudizi, liberato energie, spianato percorsi, fatto della ricerca un baluardo di democrazia. Per questo e non solo, è difficile sintetizzare in una breve dichiarazione il vuoto che lascia nella comunità scientifica e in noi tutti, indipendentemente dalle competenze e dai ruoli - ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Luigi Nicolais - Rita Levi Montalcini ha rappresentato, al di là di ogni retorica, un pezzo di storia: per lo straordinario valore delle sue ricerche, che hanno consentito di acquisire nuove e fondamentali conoscenze, attestato dal premio Nobel, e per la sua testimonianza umana. Costretta a espatriare dalle leggi razziali, Levi Montalcini è tornata a svolgere la sua attività in Italia, dimostrando in tal modo il legame profondissimo che la univa al nostro Paese. È per noi motivo di commosso orgoglio ricordare, la sua prolungata collaborazione con il CNR: dal Centro di Ricerche di neurobiologia, al Laboratorio di Biologia cellulare, fino all'Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello-EBRI». Din. Dis.